Trama
Pauline, infermiera indipendente in un distretto minerario nel nord della Francia, cresce i due figli da sola e si prende cura del padre, un ex operaio siderurgico. Devota e generosa, è amata dai suoi pazienti che possono sempre contare su di lei e sulle sue cure. Tuttavia, nessuno si accorge che Pauline - di fronte a una realtà sociale sempre più dura - si sta lentamente avviando su un sentiero mai battuto da nessun componente della sua famiglia. L'ascesa di un partito nazionalista in cerca di rispettabilità cercherà di sfruttare la sua popolarità candidandola a sindaco per le elezioni comunali.
Approfondimento
A CASA NOSTRA: COME OPERA IL FRONT NATIONAL
Diretto da Lucas Belvaux e sceneggiato dallo stesso con Jérôme Leroy, A casa nostra racconta la storia di Pauline, un'infermiera di un distretto minerario nel nord della Francia che intraprende un percorso mai preso da nessun componente della sua famiglia. Con il partito nazionalista che sta prendendo piede in tutta la nazione e i consigli del dottor Philippe Berthier, Pauline deciderà di sfruttare la sua popolarità per candidarsi alle elezioni municipali.
Con la direzione della fotografia di Pierric Gantelmi d'Ille, le scenografie di Frédérique Belvaux, i costumi di Dorothée Guiraud e le musiche di Frédéric Vercheval, A casa nostra è un dramma politico che si basa su eventi realmente accaduti che spiegano come opera in Francia il Front National e come questi è percepito dai francesi. A spiegare l'origine del film sono le parole dello stesso regista: "Quello che racconto accade in Francia tutti i giorni... le parole vengono usate per diffondere odio e causare disagio. Si gira intorno alle parole, alle idee e agli ideali, e si distorce il tutto: si mettono le persone una contro l'altra lasciando che scivolino dalla solitudine al risentimento, dal risentimento alla paura, dalla paura all'odio e dall'odio alla rivoluzione. Se ne parla ma non si fa nulla per arrestare ciò... Forse un film può tentare di far qualcosa perché, come il populismo, arriva dritto ai sentimenti, al subconscio e al coraggio. Un film racconta una storia cercando di capire la complessità del mondo, dell'umanità e dell'epoca in cui si vive. Mentre un documentario offre uno spaccato che riguarda una persona o una situazione specifica, un film di finzione offre personaggi o storie in cui chiunque può identificarsi o riconoscere qualcuno a lui vicino.
Ho sempre realizzato film per rispondere alle domande che mi pongo (anche se raramente ho trovato le risposte giuste) e per condividerle con gli spettatori, che talvolta hanno lasciato la sala dopo la visione di una mia opera un tantino diversi rispetto a come erano entrati. In 25 anni di carriera ho proiettato nei miei personaggi le mie paure, le mie ansie o la mia voglia di ridere. In ogni personaggio c'era qualcosa di mio e non riesco a immaginare nessun personaggio al di fuori dello spazio, del tempo e del contesto in cui vivono. In A casa nostra, racconto la storia di un gruppo di persone che vivono oggi, nel XXI secolo, in una specifica regione della Francia, in una zona che è stata lacerata nei secoli dagli eventi della storia europea e, in particolare, dalle due guerre mondiali e dalle due rivoluzioni industriali. I personaggi della storia devono convivere con le ferite che l'area si porta dietro: alcuni le accettano, altri fingono che non esistano mentre altri ancora vorrebbero cambiare le cose per accontentare loro stessi. La storia collettiva inevitabilmente si intreccia con le storie personali. Ognuno ha una propria storia, piccola o importante... Pauline l'infermiera, Stanko l'operaio, Jacques l'ex metalmeccanico, Berthier il medico e Nathalie l'insegnante, sono esseri umani pieni di contraddizioni, aspettative, speranze, delusioni, esigenze, amore, sicurezze e fiducia nel futuro. Si conoscono e agiscono per loro stessi e per gli altri, formando una comunità paradossale, in cui si riflette la realtà del mondo di oggi. La terra in cui vivono ha un passato importante ma si è trasformata in una periferia marginale e dimenticata.
A casa nostra è un film politicamente impegnato ma non è un'opera militante. Non è indirizzato solo a coloro che sanno cos'è l'estrema destra ma a tutti ed è rivolto a coloro che un giorno forse saranno tentati di rispondere a quel canto delle sirene che è il Front National. Non so se sarà d'aiuto ma vale la pena provarci".
Il cast
A dirigere A casa nostra è Lucas Belvaux, attore e regista di origine belga. Nato a Namur, si è trasferito a Parigi nel 1979 per diventare attore. Nel 1981 ha ottenuto il suo primo ruolo d'attore in Allons z'enfants di Boisset, dando vita a una carriera che lo vedrà nominato ai César come miglior attore per Una… Vedi tutto
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Commenti (6) vedi tutti
A Casa Nostra: Milano terzo millennio. Rita capitano della guardia di finanza indaga sul commercialista.... Ma stiamo parlando dello stesso film? Non credo proprio, quello che sto vedendo ora in tv è con cast italiano, mentre quello che mi viene proposto qui sul portale, è con cast francese. Qual'è quello giusto?
commento di ThrillerosoQuesto film ha fatto davvero molto dispiacere a Marine Le Pen. Potrebbe essere una buona ragione per vederlo!
leggi la recensione completa di laulillaCerto se lo raffrontiamo ai movimenti nati senza un passato politico(come i 5 stelle da noi)il film calza a pennello,poi non tutto fila liscio,come la storiella sentimentale,abbastanza noiosa e altre piccole cose....comunque da vedere.Voto 6.5
commento di ezionon sarà un film perfetto, ma da vedere, anche non si fosse d'accordo sulle idee politiche del regista. è un tipo di cinema che qualcuno erroneamente definisce di "propaganda", perché in realtà non fa che porsi delle domande su di un fenomeno sempre più diffuso: la recente nascita di forze politiche europee che si fondano sulla paura e sull'odio.
commento di giovenostaDi facciata vorrebbe affrontare temi importanti ma si avvicina solo alla superficie, senza soffermarcisi troppo, per poi velocemente deviare verso una non celata faziosità di parte
leggi la recensione completa di AbelardLa Destra avanza e si sciacqua i panni sulla pelle di cittadini immacolati, stimati,impegnati nel sociale, a vivere nell’operatività corretta e concreta di tutti i giorni.Belvaux racconta e rappresenta con lungimirante lucidità un personaggio integro vittima di una piovra che soffoca e inghiotte tra le sue fauci sporche.Dequenne ancora meravigliosa
leggi la recensione completa di alan smithee