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Mamma, ho riperso l'aereo: mi sono smarrito a New York

Regia di Chris Columbus vedi scheda film

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La recensione su Mamma, ho riperso l'aereo: mi sono smarrito a New York

di stanley kubrick
6 stelle

Kevin McCallister, il bambino che nel primo film è stato lasciato da solo a casa mentre tutta la sua famiglia era in viaggio di Natale, è sempre lo scatenato protagonista anche di questo sequel, che riprende tematiche presenti anche nella precedente pellicola, sempre firmata dietro la macchina da presa da Chris Columbus, specialmente nella prima parte del film, ovvero quella che si riferisce ai preparativi per il viaggio. Si vedono sempre i tantissimi componenti della famiglia che sbraitano, cercano vestiti in angoli della casa, il tutto sotto gli occhi del piccolo protagonista, che ha i capelli talmente biondi che accecherebbe anche un uomo a trenta miglia di distanza. L'happy end che caratterizzava il primo film ha sciolto i cuori di tutti noi, una riunificazione di una famiglia quasi del tutto sciolta colpisce sempre nel profondo. Eravamo rimasti li. Eppure, sembra che nell'incipit si assista sempre allo stesso film. Kevin è l'incompreso della casa, il più piccolo e quindi quello meno significante. I suoi familiari sembrano essersi completamente dimenticati di quello che è successo esattamente un anno prima. Columbus cambia qualcosa qui e là ma il succo è sempre lo stesso, il divertimento c'è e intrattiene gli spettatori. Stare di nuovo lontani dalla propria famiglia è sicuramente difficile da sostenere, cercare una stella nel cielo che esaudisca ogni tuo desiderio, pensare e poi riconciliarsi. In un primo momento, Kevin è contento di essersi di nuovo smarrito (questa volta però, è colpa del volo che lui ha preso, che va totalmente da un altra parte rispetto a quello della sua famiglia), va in giro in taxi a respirare l'aria di New York, passeggia per i parchi, addirittura prenota una stanza all'hotel più lussuoso della Grande Mela sotto falsa identità. Il regista è bravissimo, in questo caso, a disseminare tracce della paura del passato. Quest'ultima è rappresentata ancora una volta dal duo di ladri, gli antagonisti del primo film, Harry e Marv. Non c'è niente di peggio che rincontrare il male che ti ha afflitto in precedenza e in questo caso la solitudine, il distaccamento dalla propria famiglia e il non riuscire a fare nuove amicizie in una nuova città giocano brutti scherzi. I giocattoli e tutte le cose che Kevin vorrebbe per questo Natale sono messe da parte per la povertà e per i sogni, vedere un bambino malato all'interno di quattro mura è tristissimo e diventa insostenibile anche per il più brutale uomo sulla faccia della Terra, per quanto riguarda i sogni sembrano concreti, Kevin vuole veramente, dopo un inizio costellato da svago, riabbracciare la sua adorata mamma e tutto il resto della famiglia. I due ladri cominciano a uscire allo scoperto dopo 20 minuti, lo spettatore li vede andare in giro a rubare monetine da mezzo dollaro ai babbi natale finti delle strade, ma il vero divertimento comincia quando loro due ritrovano il principale nemico eppure migliore amico di noi, Kevin. Le gag sono riuscite (c'è ancora la videocassetta spassosa che si vedeva nel primo film, soltanto che adesso la scena è cambiata), lo spettatore ride, la musica di Williams è la stessa del precedente episodio, stessa cosa per gli attori. C'è ancora il piano di battaglia finale, forse ancora più crudele, c'è ancora l'happy ending. Da qui in avanti, i sequel apocrifi sono diventati insopportabili. L'unica pecca del film è un senso di deja vu, però continuo a non capire le due stelle di film.tv. E' vero, è inferiore e meno dissacratorio del primo, ma non è assolutamente al di sotto della sufficienza.

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