Regia di Adam Wingard vedi scheda film
Un (più) remake e allo stesso tempo (meno) sequel che supera e rende valore al titolo di un (non) film incredibilmente celebrato...
Tramite YouTube James, fratello di Heather, la ragazza scomparsa nel 1994 nelle Black Hills in Maryland, viene sospinto -per fare chiarezza sugli eventi accaduti- a ripercorrere il tragitto nei boschi che conduce alla casa (mai rintracciata dalle forze dell'ordine) che ha visto in azione Rustin Parr, serial killer di bambini attivo negli Anni '40 che si era dichiarato succube (pertanto guidato negli omicidi) dalla megera Elly Kedward, più nota come strega di Blair (antico nome di Burkittsville). Accompagnato da un gruppo di amici, tra i quali Lisa che ne vuole realizzare un documentario, e gli autori del video postato in Internet, James si ritrova a vivere il medesimo inferno tra deformazioni spazio temporali, strane e fantasmatiche presenze nel bosco, alberi caracollanti e la casa decrepita che, come nel peggiore degli incubi, appare veramente dinanzi ai suoi occhi...
Non si può negare che questo è un sequel come (ad esempio) La casa 2 lo è de La casa.
Blair Witch è, né più, né meno, un reboot (o remake) del brutto film originale girato nel 1999 e, fortunatamente, completamente all'oscuro del (meno) brutto sequel (Il libro delle streghe, 2000).
Con una differenza non da poco: a dirigire stavolta non ci sono due sprovveduti (cinematograficamente che nel marketing si sono rivelati geniali) che non hanno la minima cognizione del linguaggio filmico (men che meno della tecnica di ripresa e della fotografia).
La guida questa volta è in mano ad un abile cineasta, Adam Wingard (con all'attivo almeno un gioiellino che si intitola You're next) in grado di realizzare scene davvero inquietanti anche grazie all'uso sapiente della tecnologia. E così, elementi che contribuiscono alla perfetta messa in scena del terrore, sono ad esempio: il drone impigliato tra i rami di un albero, la sveglia del cellulare che suona in piena notte pur puntata alle sette del mattino, le videocamere "auricolari".
Terrore suggerito e, proprio per questo, più efficace. Blair Witch versione 2016 vince il confronto con l'inguardabile predecessore -e senza mezzi termini- perché dona dignità ad un "non genere" che è l'abusato (perché realizzabile senza budget) found footage. Valore al film, oltre alle ottime riprese mai lasciate al caso, è aggiunto dal non dare spiegazione sul come e perché il tempo subisca variazioni inattese (al punto che la notte diventerà perenne), su chi stia abbattendo alberi nel bosco, sull'improvvisa luminescenza che avvolge i superstiti nella casa filtrando dagli scuri danneggiati e che sembra alludere allo scorrere di un intero giorno in una manciata di secondi e, non di meno, sulle spaventose presenze nella casa (dalla struttura anch'essa mutevole).
Ovvio che per assaporare in pieno l'esperienza straniante messa in cantiere da Wingard occorre visionare il film su apposito televisore ad alta definizione e con indispensabile impianto home theatre, visto il fondamentale apporto dato dagli effetti audio particolarmente dettagliati.
Curiosità
La Lions Gate, con un'abile operazione commerciale, sino all'anteprima del film ha mantenuto il riserbo sul contenuto. Al punto che gli spettatori entrando in sala di proiezione andavano a vedere The woods, mentre all'uscita i manifesti erano stati cambiati con quelli di Blair Witch...
Da magnificare il bluray Eagle Pictures che propone il film in alta definizione nel formato anamorfico 1.85:1 e poderoso nonché avvolgente audio DTS 5.1 HD.
Completa l'eccezionale edizione home video un vano extra che supera l'ora, con interessanti interviste e note sulla realizzazione del film.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta