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The Space in Between: Marina Abramovic and Brazil

Regia di Marco Del Fiol, Gustavo Almeida vedi scheda film

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La recensione su The Space in Between: Marina Abramovic and Brazil

di barabbovich
5 stelle

Nel 2012 una ferita d'amore mai suturata spinse Marina Abramovic, la più nota performing artist del pianeta, a spingersi fino in Brasile alla ricerca di una forma dello spirito capace di lenire le sue sofferenze interiori. La donna cresciuta in ossequio alla ferrea disciplina corporale che le venne imposta dai suoi genitori si dice incapace di tenere a bada le sofferenze dell'anima. Per questo, comincia un lungo viaggio in una terra che è il crocevia delle tradizioni spirituali e mistiche più diverse, tra sciamanesimo, stregoneria, i simbolismi dei Rosa Croce, le influenze di Gurdjieff e dei monaci tibetani, lo spiritualismo indù, riti purificatori, danze liberatorie, guaritori, la devastante esperienza dell'ayahuasca e i cristalli di Minas Gerais.
Per la seconda volta oggetto di un documentario ad appena tre anni dal precedente, splendido The artist is present, Marina Abramovic ci conduce in un mondo più consono alle osservazioni di Vittorio Lanternari che allo spettatore a digiuno di nozioni etnologiche o di antropologia culturale. Il film, infatti, inciampa paradossalmente nello stesso punto rispetto al quale manifesta il suo aspetto più interessante: quello di largheggiare nella messa in scena delle variegate forme di quel mondo atemporale e lontanissimo da qualsiasi contaminazione tecnologica che è il misticismo brasiliano, raccontando pochissimo o nulla dell'artista serba. Il neofita finisce col rimanere escluso dall'universo creativo di quest'ultima, mentre chi già conosce la traiettoria artistica della Abramovic dovrà accontentarsi di ascoltare la sua toccante confessione a occhi chiusi e di godersi le immagini in campo lungo che la ritraggono quasi sempre sdraiata, alla ricerca di quell'energia che il suo lavoro di artista l'ha tanto spesso indotta a scambiare con il pubblico. Cinematograficamente irrilevante, il film possiede un mero valore di documentazione rispetto al percorso spirituale della grande artista serba.

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