Regia di Ettore Scola vedi scheda film
Guardare per la prima volta oggi un film del 1977 è sempre molto rischioso, a volte può risultare un'esperienza di masochismo estremo ma non in questo caso. Moderne sono le inquadrature, moderni i dialoghi, moderna la trama.
Lo ammetto, non avevo mai visto questo film prima di oggi.
Ancora più grave, non ricordo di averlo mai sentito nominare prima della morte di Scola la settimana scorsa.
Incuriosito dal fatto che venisse citato ovunque come il capolavoro dello scomparso regista e aiutato dalla massiccia programmazione commemorativa su Rai e Sky (prediligendo quest'ultima per qualità dell'immagine e assenza di interruzioni) ho deciso di guardarlo pur non avendo grandi aspettative.
Curiosamente si tratta di un film uscito 39 anni fa che ritrare una vicenda avvenuta 39 anni prima, è come se Scola si trovasse esattamente equidistante da me e dal suo soggetto.
Guardare per la prima volta oggi un film del 1977 è sempre molto rischioso, a volte può risultare un'esperienza di masochismo estremo ma non in questo caso. Moderne sono le inquadrature, moderni i dialoghi, moderna la trama.
La vicenda è ambientata nel 1938 durante il periodo fascista ma prima della guerra. Mastroianni interpreta la parte di un omosessuale che per il solo fatto di essere tale è destinato al confino, la Loren è una casalinga con marito e sei figli che per amore o per rassegnazione si sacrifica in casa e vive solo di riflesso le vicende del suo tempo.
Mentre i due protagonisti si conoscono e la loro relazione evolve nel corso di una sola giornata, in sottofondo per tutto il film ascoltiamo il programma radiofonico che trasmette in diretta la sfilata organizzata per la visita di Hitler a Roma. La retorica dello speaker è la migliore testimonianza di quell'epoca, e risulta assolutamente fuori luogo nella sua sovrapposizione alle vicende personali dei due protagonisti.
Questo contrasto esasperato fra l'immagine e il sonoro è la ricetta vincente del film a mio parere. Così come accadeva a qualunque cittadino italiano dell'epoca, risulta impossibile tenere separate le vicende personali da quelle della società e i due protagonisti ne sono la prova.
Gabriele (Mastroianni) che riempie di sabbia il contrappeso della lampada in cucina, la lampada contro cui Antonietta (Loren) ha battuto la testa più volte, è la calzante metafora dell'effetto che il loro incontro avrà su di lei, uno spostamento del baricentro verso l'alto, una consapevolezza nuova della propria situazione, un balzo che dovrà necessariamente consolidarsi anche attraverso la cultura simbolicamente rappresentata dal libro "I Tre Moschettieri" che le viene donato e che viene riposto in una credenza fra piatti e bicchieri. Evidentemente in casa non ci sono altri libri.
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