Regia di Ettore Scola vedi scheda film
Il nazi-fascismo è onnipresente, ubiquo.
Si respira nelle atmosfere vestite a festa.
Si ode nell’aria e nell’etere.
Entra nelle case e soggioga menti e cuori.
Ma un sentimento estraneo, ostile, ribelle, rivoluzionario scombussola quelle stesse menti e quei medesimi cuori plagiati dall’indottrinamento di regime, benchè esultante, martellante, molesto…
Un sentimento così forte ed impulsivo da scuotere principi radicati; da turbare la coscienza e… sedurre.
Un sentimento fugace. Una debolezza caduca.
Per un attimo il nazi-fascismo perde il suo fascino e non fa più presa, ma ancora niente e nessuno lo può scardinare davvero.
Non ancora.
Tutto fila alla perfezione nel celebre film di Scola.
La cinepresa si muove suadente e con rigore storiografico immortala la devozione patriottica. La propaganda che impazza per le strade e nelle abitazioni private.
Ed immortala la compiacenza casalinga.
E le pubenda scostumate in attesa dell’esilio “curativo”.
Tutto fila alla perfezione, o (giusta la mia personale sensibilità) quasi.
A mio modo di vedere, la denuncia del falso e vigliacco perbenismo di regime avrebbe sortito maggiore effetto ove la tentazione di Antonietta (una bravissima S.Loren) fosse rimasta contenuta sotto il soffice manto della sua accaldata epidermide. Ove il capriccio di un’infatuazione estemporanea fosse rimasto appannaggio di una mente confusa, persa in mille contraddizioni. Ove l’insegnamento postumo che le fu negato da ragazza fosse stato impartito anche grazie al distacco fisico dall’oggetto del desiderio.
Così non è stato e un po’ me ne rammarico. La credenza che Antonietta abbia potuto comprendere davvero finisce per risultare, purtroppo, una convinzione sciocca, surrogata dal realistico sospetto che la donna abbia solo desiderato cedere alle sue fregole fedigrafe. Una colpa da mondare con i metodi della ruvida quotidianità fascista.
Un gran bel film, nonostante tutto.
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