Regia di Ettore Scola vedi scheda film
Un apologia totalitaria impregna le vite di liberi cittadini o di esseri umani ,condizionandone ogni aspetto sociale e relazionale. E' il tema di questo gran capolavoro, il piu' amaro e malinconico del regista Scola, autore impegnato a tematiche politico/ sociali, traendone gli aspetti piu' sarcastici riletti in chiave grottesca.Qui Scola lascia la politica sullo sfondo,occupandosi in maniera delicata e non invadente delle psicologie di due personaggi, apparentemente antitetici ma uguali nell' essere vittime di dogmi e moralismi grotteschi nella loro inettidudine, con uomini che "devono" essere padri,mariti e guerrieri virili,e le donne ridotte quasi a schiave del focolare ad accudire marito e figli.
Antonietta e Gabriele, i due personaggi del film sono la metafora di queste teorie abbiette. Scola affida con sapienza l'intera vicenda all'interpretazione magistrale dei divi per eccellenza del nostro cinema: Mastroianni e la Loren, donanti in maniera carnale e simbiotica un intreccio emozionale, all'inizio contrastato, ma via via sempre piu' partecipe ed intenso, che sfocera' in una forte passione.Antonietta è una casalinga,madre di famiglia in un casermone popolare, di chiara architettura da ventennio.
La sua vita è tutta circoscritta dalle faccende domestiche, e nella sua famiglia, composta dal marito fervente fascista e da sei figli.Gabriele è il suo dirimpettaio ed è un annunciatore radiofonico dell'EIAR ,cacciato dal suo impiego per idee libertarie, ma sopratutto è il contrario dell'uomo propagato dal fascismo.Gabriele è un omosessuale tormentato dalla marginalita' della sua "condizione".Siamo nel 1938, il fatidico giorno della visita di Hitler a Roma,e il caseggiato dove vivono i due è vuoto per la visita del Furher,una casualita' fa incontrare queste due solitudini ,addirittura l'arrivo di Antonietta salva la vita a Gabriele in procinto di spararsi.
La gentilezza e i modi colti e delicati di Gabriele affascinano l'ignorante Antonietta che incarna la tipica donna di stampo fascista,indottrinata di dogmi e stereotipi nazionalisti.La donna viene pero' rifiutata da Gabriele,questo compromette le cose, con l'amaro sfogo dell'uomo che urla il suo dolore e la rabbia per le ingiustizie subite da un orrendo meccanismo social-politico.Antonietta si accorge di quell'animo sensibile uguale al suo,nei dolori e nelle amare solitudini subite pur di sottostare all' ordine imposto.Bellissima la frase di Gabriele quando dice: "E' strano guardare se stessi dalla finestra" delle parole che spiegano la simbiosi di anime apparentemente diverse.Antonietta è vittima del sistema dittatoriale nero,l' apparente fede nell' apologia "Mussoliniana" è una maschera tesa a salvare le apparenze.
Lo snodo del film è quindi nell'incontro-scontro tra i due,con Gabriele nemesi del rude marito che considera Antonietta alla stregua d' un oggetto.La sensibilita' di Gabriele scardinera' facciate retoriche di donna-modello, lasciando spazio ad una femminilita' profonda,che cerca un amore ricambiato. Un suggello passionale vissuto intensamente, un "estasi" che annienta la gran solitudine,durevole quanto un soffio di vento.A fine serata tutto si "riannullera'", almeno per Gabriele che si affida ad un destino segnato.Per Antonietta quell'incontro cambia indelebilmente la visione della vita,ampliandole orrizonti fino ad allora ristretti.,la lettura del libro regalatole da Gabriele sottindende l'apertura alla profondita' della vita.....perche' come dice Gabriele al telefono con il suo compagno: "La vita in fondo vale la pena di essere vissuta,qualunque essa sia".......
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