Regia di Ettore Scola vedi scheda film
Lei (una Loren insolitamente in vestaglia e ciabatte) è una donna semplice, madre di 6 figli e moglie di un fanatico del regime. Lui (Matroianni) è un annunciatore radiofonico, un uomo di cultura epurato dall'Eiar per le tue tendenze omosessuali e antifasciste. Si incontrano per caso, all'interno dello stesso caseggiato al Tuscolano, durante l'ultimo giorno di visita di Hitler a Roma, col dittatore accolto in pompa magna da Mussolini, nel 1938. Tra lui e lei scatta la complicità degli esclusi, in un crescendo che mette la donna nelle condizioni di abbattere una lunga serie di pregiudizi nel giro di poche ore.
Affidandosi alla prestazioni gigantesca di due interpreti superbi, Scola firma uno dei suoi capolavori con un film che svaria tra la cronaca sociale e il melodramma intimista, esaltando tanto la parte emotiva del racconto quanto il ritratto dell'epoca storica. La malvagità del regime diventa visibile tanto a livello macroscopico (la parata grottesca e celebrativa) quanto microscopico (la civetteria maligna della portiera dello stabile) ma l'ulteriore merito del film sta in un copione capace di parlare del passato guardando al presente, che all'epoca era segnato tanto dal movimento femminista quanto dal fronte omosessuale.
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