Regia di Terry Gilliam vedi scheda film
In un futuro ormai passato, in un mondo preda della burocrazia e abituato a convivere con misteriosi attentati terroristici, un semplice impiegato ministeriale sogna di volare sulle note di una vecchia canzone. Incubo allucinato tra Orwell e Kafka, nel quale Gilliam dispiega la sua poderosa forza immaginativa: la dittatura è spietata ma assume apparenze grottesche (un innocente viene arrestato per lo scambio della lettera iniziale del cognome, i torturatori indossano maschere da bambini), i computer ipertecnologici hanno l’aspetto di vecchie macchine da scrivere e l’unica preoccupazione delle classi abbienti sembra essere la chirurgia estetica. Finale di terribile bellezza, che non vuole rinunciare a un barlume di speranza: l’unica possibilità di salvezza dagli orrori della realtà non è nella resistenza organizzata (il tecnico De Niro, che ripara abusivamente gli impianti di condizionamento) e neanche nell’amore (la camionista Kim Greist), ma solo nell’evasione onirica individuale. Tutte cose che L’esercito delle dodici scimmie racconterà in modo più appassionante; ma già questa prima immersione in un universo distopico resta indimenticabile.
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