Regia di Godfrey Reggio vedi scheda film
Tra i più grandi esordi nella Storia della cinematografia tutta da parte di Godfrey Reggio(un uomo all'epoca delle riprese quarantenne, ma già con un bagaglio di esperienze e vita vissuta così) adesso ancora più fantasmagorico in 5K, per un'opera di cinema non narrativo e sensoriale che è anche un qualcosa di più rispetto praticamente a ogni lungometraggio fino a quel momento realizzato.
Visualmente si può ben dire pur scadendo nel banale, che si tratta di una delle creazioni di invenzione stilistica e sonora, la o.s.t. di Philip Glass che ti inghiotte e ingloba per intero, e per uso musica-immagini, più affascinanti almeno dall'invenzione del sonoro se non dai primi lavori dei F.lli Meliès, pur essendo per contenuto ben più di un mero esercizio video artistico o altro, ma che dovrebbe essere visto e conosciuto soltanto per la sua abbacinante bellezza e profondità, da ogni nuova generazione.
E che proprio alle nuove generazioni concerne e riguarda direttamente, con solidi argomenti filo e perfino teosofici, senza la bolsa e tronfia retorica fatta con lo stampino delle odierne campagne ecologistiche, e contro il supposto e assolutamente mai provato bombardamento del "cambiamento climatico" e ''riscaldamento globale".
Superbamente fotografato dal collaboratore duale di Reggio, RonFricke(che poi avrebbe realizzato altri stupefacenti lungometraggi sulla dimensione di questo, da solo), instilla nello spettatore una dimensione emotiva in grado di accompagnarlo per tutta la vita, e sono ben poche le prove nell'audiovisivo capaci di far questo, senza neppure bisogno di una trama precisa, esteriore, evidente e dei personaggi con cui empatizzare, ma casomai le figure e i personaggi veri dell'"uomo della strada", come nella superlativa parte centrale newyorkese che si apre con "Pruitt Igoe" da St. Louis, Missouri, [...][continua quando se e avrò tempo]
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