Regia di Steno vedi scheda film
Dalla Calabria, don Salvatore Anastasia (Sordi) si trasferisce a New York, dove finalmente può conoscere il fratello Alberto (Conte). Magicamente, nel paese a stelle e strisce gli si spalancano tutte le porte a qualsiasi sua richiesta. All'ingenuo prelato ci vorrà del tempo per capire che tutta quella riverenza è dovuta al fatto che il fratello è un temutissimo boss mafioso. Ciò nonostante, riuscirà a impartire a lui e ai suoi accoliti una (parziale) lezione di vita.
Nell'ultimo film girato da Sordi sotto la regia di Steno si vede molto la mano dell'attore romano sulla sceneggiatura, di cui è coautore con Sergio Amidei e Alberto Bevilacqua. Basterebbe pensare alla maniera come viene raccontato il disorientamento dell'emigrato, che richiama in parte Fumo di Londra e che ritroveremo in Un tassinaro a New York. L'Albertone nazionale qui si limita a recitare col pilota automatico e uno zoppicante accento calabrese (spiegabile soltanto con il tributo al romanzo di Don Salvatore Anastasia, dal quale è tratto il film), messi a servizio di un copione moraleggiante e qualunquista.
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