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Anastasia, mio fratello

Regia di Steno vedi scheda film

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La recensione su Anastasia, mio fratello

di sasso67
4 stelle

Ennesima commediola che prevede una trasferta americana per Alberto Sordi, stavolta intabarrato nella tonaca da prete calabrese. Il sacerdote si reca a New York per incontrare un fratello emigrato tanti anni prima, che nel frattempo è diventato un boss della mafia, grazie all'organizzazione del sindacato dei lavoratori portuali. Abbandonata la tonaca per il clergyman, Don Salvatore cercherà di fare del bene al quartiere, senza rendersi conto che quanto ottiene l'ottiene grazie al potere mafioso del fratello. L'idea di partenza sarebbe anche buona, ispirandosi ad un fatto vero, narrato in un libro da un vero prete cui era capitata quest'avventura, ma forse sarebbe stato necessario un attore diverso da Sordi, che qui gigioneggia quanto mai e straparla (come il sacerdote del celebre episodio dell'ascensore in "Quelle strane occasioni") con la sua calata romanesca che mal si adatta a un uomo che dovrebbe provenire dalla Calabria. Per di più, l'ambientazione è approssimativa (si dovrebbe essere nel 1949, ma New York somiglia troppo a quella degli anni Settanta) e qualche elemento troppo macchiettistico (come il cinesino e la sorella del prete veneto).

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