Regia di Silvio Soldini vedi scheda film
XII BIOGRAFILM FESTIVAL – Nell’epoca digitale, Alberto Casiraghy e Josef Weiss stampano libri coi caratteri mobili. La loro non è un’operazione nostalgica ma contemporanea: questo lavoro chirurgico e appassionato, paziente e controcorrente, è la goccia di splendore di cui ha bisogno la modernità per capire la differenza tra la macchina e l’uomo, l’esecuzione dell’opportunità tecnologica e l’intuizione del genio capace d’errore. Silvio Soldini entra nei santuari dei due anziani artigiani, la felice e caotica casa-laboratorio del brillante Casiraghy, editore di libercoli di poesie e aforismi (ne dispensa costantemente e quando ne ascolta uno dice: «questo pensiero mi piace»), e l’elegante e ordinata bottega di Weiss, sapiente stampatore e rilegatore i cui movimenti rivelano l’esperienza di chi ha immolato la vita alla cura dell’oggetto libro.
Le due storie s’incontrano alla fine, sullo specchio del lago, in un sorridente duetto in cui, manco a dirlo, fischiettano l’Inno alla gioia. Ed è proprio un inno, Il fiume ha sempre ragione, aforisma di un Casiraghy in totale empatia con la natura, alla vita e all’amore per le cose che hanno un cuore. Lungo l’argine dell’Adda, collocandosi sulla frontiera tra Italia e Svizzera che gli permette di distaccarsi da quel che resta dell’aria serena dell’ovest, Soldini osserva con l’attenzione di chi sta scoprendo un mondo che ha bisogno di una mitizzazione per essere compreso in tutta la sua sconvolgente bellezza. Un film etico, sereno, bellissimo.
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