Regia di Jim Sheridan vedi scheda film
Ancora una volta bisogna citare la famosa battuta del film "Che cosa è successo fra mio padre e tua madre?" di Billy Wilder: «È così che funziona la giustizia in Italia?», risposta: «Vogliamo parlare di Sacco e Vanzetti?». Be', se un inglese dovesse mai avere il coraggio di dire «È così che funziona la giustizia in Italia?» gli potremmo sempre rispondere «Vogliamo parlare dei quattro di Guildford?». Per la verità l'inglese avrebbe l'arma segreta e potrebbe citarci il ministro Castelli, ma noi si sta zitti e si fa finta di niente. Intanto il film del ricomposto duo Sheridan/Day-Lewis del "Mio piede sinistro" è un bellissimo film, che racconta in maniera toccante, ma senza cadere nel patetico, la storia tragica del delinquentello Gerry di Belfast, ingiustamente accusato di avere piazzato una bomba che uccise cinque persone in un pub di Guildford a Londra. La vicenda è talmente grottesca che potrebbe quasi far ridere (insieme a Gerry vengono arrestati tre hippy suoi amici e, come fabbricanti di bombe, suo padre, sua zia e i suoi cugini di 16 e 14 anni). La parte più bella del film è proprio quella che comincia quando Giuseppe Conlon viene recluso nella cella con il figlio Gerry, che per il padre non ha mai avuto un gran rispetto. L'approccio cristianamente stoico con il quale Giuseppe affronta l'ingiusta carcerazione (la vicenda non può non ricordare certi episodi della Colonna infame manzoniana) segna profondamente Gerry che, anche grazie all'attività dell'avvocatessa interpretata da Emma Thompson (che riesce a rendere memorabile un personaggio confinato in pochi minuti), ritrova la voglia di lottare per far prevalere in tribunale la giustizia e la propria innocenza. E quella del padre, in nome del quale Conlon continuerà - e continua tuttora - a lottare per assicurare i veri colpevoli delle proprie sventure alla giustizia. I Conlon e gli altri ragazzi furono infatti scientemente incastrati dalla polizia inglese che nascose le prove della loro innocenza e fabbricò prove a carico attraverso torture fisiche e psicologiche agli imputati. Nessuno dei poliziotti colpevoli di un simile misfatto è stato condannato né censurato. Nel frattempo Conlon si è fatto quindici anni di galera ingiusta, fino al 1989 quando è uscito e ha scritto il libro da cui è tratto il film di Sheridan. Pete Postlethwaite dà, nella parte di Giuseppe Conlon, un'interpretazione eccezionale che avrebbe meritato l'Oscar (vergognosamente negato), e i suoi duetti con l'atrettanto bravo - ma in questo film un pochino meno del partner - Daniel Day-Lewis non fanno rimpiangere quelli tra il compianto Raul Julia e William Hurt nel "Bacio della donna ragno". (10 settembre 2004)
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