Regia di Wolfgang Petersen vedi scheda film
Eastwood è sempre un fuoriclasse, ma qui è un pò come se corresse la maratona di New York partendo mezz'ora dopo gli altri concorrenti. Il ritmo del film risente infatti di numerosi vuoti, di una certa ripetitività nell'inseguire un improbabile legame tra vittima e carnefice stile "sindrome di Stoccolma" e di un deciso infagottamento simil-sentimentale nell'introdurre il personaggio, di per sè impalpabile, di Renè Russo nella parte di una poliziotta del "vorrei ma non posso",innamorata dell'attempato collega ma recalcitrante fino all'ultimo, giusto per dare un senso alle due ore di film ed all'immancabile happy-end. Ci sono thriller decisamente migliori, così come decisamente migliori sono tanti altri film del buon Clint.
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