Il Monty Python’s Flying Circus è lo show che ha sancito la definitiva, incontestabile, universale fama del gruppo comico dei Monty Python, col suo innovativo e ineguagliabile umorismo british, surreale, provocatorio e anticonformista, destinato a cambiare per sempre la storia della comicità.
Il circo volante dei Monty Python - Di cosa parla
Graham Chapman, John Cleese, Terry Gilliam, Eric Idle, Terry Jones, Michael Palin, ovvero i Monty Python. Fatta eccezione per il regista americano Terry Gilliam, “adottato” in un secondo momento, i cinque artisti (attori, autori, comici) britannici negli anni sessanta scrivevano e recitavano per programmi televisivi e radiofonici. Cleese, Chapman e Idle si erano conosciuti a Cambridge, Jones e Palin a Oxford, ma tutti all'università si erano cimentati con tale successo nella scrittura e recitazione comica da decidere di farne la propria professione.
Nel 1969 la BBC commissionò a Cleese, il più famoso dei cinque, un nuovo programma comico. Insieme a Chapman, con cui già lavorava in coppia da tempo, Cleese pensò a Palin, che a sua volta aggiunse al progetto Idle e Jones.
Il titolo del programma, per cui i cinque attori sapevano di poter contare su una grande libertà e indipendenza a differenza delle passate collaborazioni lavorative, era già parzialmente deciso dalla rete, che aveva ipotizzato un nome prima di coinvolgerli e l’aveva già scritto in troppe carte perché si potesse cambiare. Le parole già scelte erano “Flying Circus”: si trattava dunque di aggiungere un nome davanti, con un possessivo. “Monty Python” fu creato perché suonasse bene e avesse un effetto buffo accanto al Flying Circus, ma in varie occasioni i membri del gruppo spiegarono anche che Monty era un omaggio a Lord Montgomery, leggendario generale britannico della seconda guerra mondiale, e che Python era una parola il cui suono legava bene accanto a Monty. Dopo il successo dello show fu impossibile riferirsi al gruppo comico in altro modo.
Lo stile dello show è unico e inimitabile: il suo modo di destrutturare gli sketch in un flusso di coscienza che li lega sotto il segno del nonsense e ironizza su tutto ha permesso ai Monty Python di toccare qualsiasi tema e qualsiasi tabù e in ogni occasione di farlo in modo così irriverente da scatenare una comicità assoluta senza finire nelle maglie della censura.
Storia, letteratura e perfino filosofia sono ambiti fondamentali a cui il gruppo ha attinto per i suoi sketch, dato il livello culturale altissimo di tutti i membri. Il mondo britannico con i suoi cliché e le sue abitudini, poi, è stato quasi sempre il bersaglio di una presa in giro costante e spietata.
Infine, il mondo dei Monty Python non sarebbe stato lo stesso senza l’apporto di Terry Gilliam, la cui comicità spesso incompresa anche dagli stessi colleghi si è riversata nei tipici disegni e animazioni che fungono da collante tra uno sketch e l’altro o che si sovrappongono alle parti recitate.
La struttura degli episodi è assolutamente variabile, ma a volte c’è qualcosa che somiglia a un canovaccio, che prevede degli snodi fissi. Ad esempio tutti gli episodi della prima stagione si aprono con il cosiddetto uomo “It’s” (“È”), quello che compie una determinata azione per poi pronunciare appunto le parole “it’s” (e subito di seguito compaiono i titoli di testa). Le animazioni di Terry Gilliam separano spesso gli sketch e anzi di solito li interrompono brutalmente per cambiare completamente tema. In generale il montaggio degli sketch è studiato per spiazzare e infastidire lo spettatore, magari anche prendendo in giro i personaggi dello sketch appena interrotto.
L’influenza dei Monty Python sui comici contemporanei e successivi e sull'intera cultura degli anni a venire è immensa. A partire dalle immediate parodie che ne hanno fatto i comici del Saturday Night Live negli USA, la loro comicità non ha mai smesso di stimolare e influenzare gli autori cinematografici e televisivi, allargando pian piano l’ambito all'intero mondo culturale e sociale. Per conoscere i casi più divertenti di citazioni dei Monty Python consultare le curiosità, qui ci limitiamo a sottolineare l’importanza che il gruppo comico ha avuto, ad esempio, nella creazione dei Simpson secondo quanto dichiarato proprio dall'ideatore Matt Groening; nella comicità di Seth Meyer; nelle animazioni di Trey Parker e Matt Stone, creatori di South Park; nell'attitudine dissacrante e provocatoria in stile épater-le-bourgeois di Sacha Baron Cohen; in Noel Fielding, comico, attore e musicista noto tra le altre cose per il personaggio di Richmond in The IT Crowd; Mike Myers per tutti i film della serie di Austin Powers.
Non a caso sono stati definiti l’equivalente, per il mondo della comicità, di quel che i Beatles sono stati per la musica.
Il circo volante dei Monty Python - I personaggi principali
Per la stessa struttura della serie è impensabile citare tutti i personaggi, però è possibile ricordare quelli ricorrenti e ripresentati in più sketch. I Monty Python interpretano praticamente quasi tutti i personaggi, anche se ci sono degli attori che più o meno regolarmente si sono aggiunti al cast.
L’uomo “It’s” (Michael Palin) è una specie di eremita o vagabondo che compare all'inizio di ogni episodio per annunciare i titoli. Emerge da una lunga nuotata in mare aperto, spunta fuori da una foresta: qualunque cosa faccia, gli ultimi secondi del suo sketch pronuncia le parole “it’s”, come a dire “è il”, introducendo i titoli di testa dell’episodio. I programmi televisivi dell’epoca venivano spesso annunciati dalla formula “it’s the … show”.
L’annunciatore tv (John Cleese), sempre con un aplomb tipicamente inglese, può essere seduto a una scrivania o in mezzo a un deserto ma annuncia sempre cosa sta per arrivare, e la sua formula E ora qualcosa di completamente diverso è diventata cult al punto da essere utilizzata come titolo di uno dei film che il gruppo ha realizzato in seguito.
Il Cavaliere con un pollo di gomma, fisso nelle prime stagioni e occasionale nella terza, colpisce i presenti con il pollo di gomma quando dicono cose particolarmente stupide.
I Gumbys prendono il nome dalle galosce (gumboots in inglese) e sono tutti i Monty Python vestiti da campagnoli con i pantaloni arrotolati sulle ginocchia e i baffetti alla Chaplin: dicono sempre cose abbastanza stupide ma hanno un tono arrogante e inutilmente violento.
L’organista nudo (prima Gilliam, poi Jones) suona di solito un breve stacchetto per sottolineare alcuni sketch oppure per introdurre l’arrivo di una nuova scena.
Le Pepperpots (letteralmente ‘pepaiole’, data la forma convessa) sono delle casalinghe querule e surreali interpretate da tutti i Monty Python in abiti femminili. Alle loro conversazioni senza senso talora si aggiungono delle vere attrici che interpretano i ruoli delle casalinghe più giovani.
Per un elenco completo dei personaggi si rimanda alla lista degli episodi, in cui sono anche evidenziati gli sketch più famosi e davvero memorabili.
Il circo volante dei Monty Python - La musica
La musica è una componente fondamentale del Flying Circus, composta dagli stessi Monty Python e in seguito anche raccolta in collezioni messe in vendita al pubblico.
Sia le semplici composizioni strumentali che le vere e proprie canzoncine riflettono il gusto anarchico, surreale e dissacratorio del gruppo e sono diventate di culto come e più gli stessi sketch (citiamo a mero titolo esemplificativo Every Sperm is Sacred e Lumberjack’s Song).
Il cast
John Cleese è stato il principale motore e organizzatore della serie. Contattato dalla BBC, ha coinvolto prima Chapman e poi gli altri. Laureato in legge e di carattere ordinato e puntiglioso, si è sempre occupato della gestione pratica e dei contatti con l’emittente e ha sempre avuto un severo occhio critico… Vedi tutto
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Graham Chapman
Various
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Eric Idle
Various
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Terry Jones
Various
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Michael Palin
It's Man
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Terry Gilliam
Various
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John Cleese
Announcer
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Carol Cleveland
Various
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Ian Davidson
Algy Braithwaite
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The Fred Tomlinson Singers
Amantillado Chorus
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John Hughman
Alfred Lord Tennyson
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Guida agli episodi
Produzione e ricezione
L’accoglienza della serie non fu buona da subito: gli esterni venivano registrati tutti insieme stagione per stagione, ma gli interni erano registrati davanti a un pubblico qualsiasi che non sembrò divertirsi particolarmente, causando slittamenti orari nella trasmissione degli episodi. Man mano che cominciò a crearsi un seguito di fan, il pubblico generico venne sostituito con gli appassionati e anche il generale gradimento della serie andò crescendo.
L’aumento del pubblico determinò la decisione della BBC di proseguire oltre la prima stagione, ma a metà della seconda John Cleese iniziò a disinteressarsi al progetto, sostenendo che il gruppo stava cominciando a ripetersi senza aggiungere più nulla di originale a quanto già prodotto. Nonostante questo accettò di terminare la seconda stagione e venne anche coinvolto nella terza, per poi abbandonare lo show: la quarta stagione infatti, senza di lui, consiste di soli 6 episodi.
Il successo della serie e del gruppo comico è stato enorme e continua a lasciare tracce nella comicità contemporanea. Negli USA sono arrivate prima le imitazioni dei comici del Saturday Night Live che la serie vera e propria, ma anche trasmessa in ritardo il successo è stato enorme.
Le stagioni
Stagione 1
Stagione 2
Stagione 3
Tredici episodi trasmessi tra ottobre 1972 e gennaio 1973, mai trasmessi in Italia. All’inizio della stagione John Cleese avrebbe voluto lasciare la produzione, ma fu convinto a rimanere per qualche episodio, anche se in verità poi partecipò quasi a tutti.
Stagione 4
La quarta stagione, andata in onda in UK tra ottobre e dicembre 1974, consiste di soli sei episodi e vede la definitiva assenza dalla serie di John Cleese.
Commenti (2) vedi tutti
Delirante e geniale. Uno spasso assoluto.
commento di silviodifedea partire dalla terza stagione si denota qualche piccolo cedimento, ma sono i Monty Python at their best!!! dissacratoria e surrealista all'ennesima potenza: grazie BBC!
commento di giovenosta