Regia di Sergio Leone vedi scheda film
Esordio col botto di Sergio Leone nel genere western e uno dei suoi più grandi successi commerciali, anche se si tratta di un remake abusivo di "Yojimbo" di Akira Kurosawa, che giustamente pretese che gli venissero pagati i diritti, e qui Leone si mostrò decisamente ingenuo e in malafede insieme ai suoi produttori, perché a quanto pare prese male tutta la faccenda. Non ho visto Yojimbo, ma a quanto pare la filiazione è molto evidente: se si lascia perdere il confronto, "Per un pugno di dollari" resta un film fondamentale perché fondatore di un genere, lo spaghetti western, di cui definisce i topoi e in cui introduce uno stile molto diverso da quello del western classico, più barocco e truculento, formalmente più esasperato ma anche più inventivo nell'utilizzo della musica, a cui viene assegnato un ruolo espressivo fondamentale, con una colonna sonora di Ennio Morricone che si può definire veramente geniale. Leone dirige benissimo, mettendo in mostra una cifra stilistica personale di grande spessore, dona all'immagine un'evidenza impressionante, e paga solo un certo gusto per un effettismo un po' compiaciuto che si traduce in alcune sequenze di tortura troppo sottolineate rispetto alla stilizzazione di Kurosawa, secondo quanto ci riporta Aldo Tassone nel suo Castoro sul regista giapponese. Gli attori sono utilizzati con efficacia, soprattutto un Clint Eastwood che è una maschera della furbizia e della doppiezza ma che già qui riesce a conferire la giusta ambiguità al suo anti-eroe, mentre le figure femminili hanno ben poco spazio e Gian Maria Volonté fa il cattivo con espressioni truci ma inspiegabilmente è doppiato da Nando Gazzolo nella versione italiana. Il western leoniano giungerà a vette più elevate negli anni seguenti, ma qui si tratta di una definizione di poetica svolta con un professionismo ineccepibile e alcuni tocchi davvero magistrali, in cui si vede un talento già maturo per un film che vuole reinventare un'estetica come quella del western, uno dei generi caratterizzanti del cinema americano che negli anni Sessanta era già in declino. Eastwood deve a questo film una carriera e ancora ringrazia, pazienza se all'epoca la critica lo liquido' frettolosamente, purtroppo le opere innovatrici vengono spesso fraintese all'inizio.
Voto 8/10
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