Regia di Sergio Leone vedi scheda film
Non sono per niente un amante del western, ma certi nomi, come quelli di Leone e Volonté (e Van Cleef nei due episodi successivi), mi hanno attratto e mi sono autoconvinto che la cosiddetta Trilogia del dollaro debba essere vista anche da un "ignorante" del genere.
Leone ridisegna il ruolo chiave, quello del buono, trasformandolo in un anti-eroe, che è in questo caso il pistolero senza nome, vagabondo scaltro e doppiogiochista, interpretato dall'allora sconosciuto e rivelatosi perfetto Clint Eastwood. Il pistolero in questione s'imbatte nella cittadina di San Miguel, al confine tra Stati Uniti e Messico, dove imperversano due famiglie rivali, i Baxter e i Rojo; il protagonista, portandosi dietro l'immancabile sigaro e l'inespressivo ghigno, aizza le due parti l'una contro l'altra, facendo il doppio gioco...per un pugno di dollari, è proprio il caso di dirlo!
Se da una parte Leone è stato accusato di aver indecorosamente scopiazzato dal film La sfida dei samurai di Kurosawa, d'altro canto Per un pugno di dollari ha dalla sua numerose innovazioni: Leone sacrifica il realismo per costruire personaggi dalle caratteristiche inedite e crea un rapporto fra immagine e musica, con l'aiuto dei maestri Ennio Morricone e Alessandro Alessandroni (quello del celebre brano fischiato), destinato a diventare il marchio della sua trilogia western, genere fino ad allora apprezzato oltreoceano ma ancora bistrattato in Italia; si veda ad esempio come l'immenso Gian Maria Volonté abbia recitato in questo film solo per rimediare ad una sua piéce teatrale di scarso successo e venendo accreditato col nome di John Wells. E' inoltre il film che ha sdoganato Eastwood, che, a detta di Sergio Leone, "ha solo due espressioni: col cappello e senza il cappello" ma, grazie ai primi piani del regista, l'espressività ha avuto minore importanza rispetto al volto stesso. Da vedere, anche solo come eccelso esemplare di un genere in disuso.
Fra parentesi, tanti auguri di buon Natale a tutti! :-)
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