Regia di Sergio Leone vedi scheda film
Non è facile che in un film si crei un'alchimia quasi perfetta tra una valida sceneggiatura, un cast impeccabile, una fotografia appropriata ed una colonna sonora che è sperimentalismo puro, ma tuttavia di un fascino innovativo ed unico. Tutto ciò è invece riuscito a Sergio Leone, qui ancora sotto lo pseudonimo di Robertson (come pseudonimi sono usati dalla gran parte dei collaboratori, a partire dall'immenso Morricone alias Dan Savio). Ed è in fin dei conti riduttivo e semplicistico considerarlo il padre putativo degli spaghetti-western, perchè "Per un pugno di dollari" è un western puro, tuttavia in una declinazione diversa dall'epica che aveva fino ad allora contraddistinto il genere. In questo non sorprende la vicinanza con Kurosawa e il suo "La sfida dei samurai", una vicinanza che portò ad un inevitabile accusa di plagio con tanto di cospicuo risarcimento. Tutto in questo film gira a meraviglia con perfetta scelta dei tempi scenici, e pur senza arrivare alle vette assolute di "C'era una volta il West" riesce a trovare nella musica di Morricone il giusto coronamento ad una trama avvincente, dove Volontè e Eastwood sono consacrati ad un genere per loro praticamente nuovo (a parte, per il secondo, l'esperienza de "L'urlo di guerra degli Apaches"),che finirà per dare una svolta alle loro sfolgoranti carriere, oltre che a quella del regista che non avrà più bisogno di americanizzarsi il nome per entrare nel gotha del western.
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