Regia di Brian Gilbert vedi scheda film
Londra degli anni ’20, gli intellettuali e artisti di Bloomsbury, eccentrici e sofisticati, un grande poeta (Thomas Eliot, premio Nobel per la letteratura nel 1948), il suo amore tormentato e stimolante con la moglie Vivienne, creativa, appassionata ma condotta sull'orlo della pazzia dalle misture esplosive di farmaci con i quali cura ricorrenti disturbi fisici. Vent'anni fa, Ken Russell avrebbe realizzato uno dei suoi deliri provocatori e visionari, tipo Donne in amore. Oggi, il regista Brian Gilbert (un inglese che ha diritto in America nel ’91 Mai senza mia figlia con Sally Field) si limita a seguire le istruzioni di sceneggiatura (tratta da un testo teatrale), "abbellendole" con il consueto spreco di belle immagini della campagna inglese, con fotografia flou e con il bri-à-brac di arredi e costumi d'epoca. Ne esce un film noioso e senza invenzioni, con un Willem Dafoe impacciato, un po' pomposo e fuori parte e Miranda Richardson che bamboleggia per simulare la pazzia crescente.
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