Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film
Una coppia di inglesi va a Napoli per trattare la vendita di una villa che lei ha ereditato dallo zio: la lontananza dalla routine fa esplodere le tensioni latenti nel loro matrimonio. Forse il risultato migliore del sodalizio Rossellini-Bergman (il dubbio riguarda Europa ’51): già lontanissimo dai fasti del neorealismo, anticipa semmai l’Antonioni di qualche anno dopo per il senso di un’indefinibile ma dolorosa estraneità alla vita. Ovviamente la macchina da presa privilegia l’attrice, alla quale regala lunghi primi piani; ma è molto bravo anche George Sanders nel ruolo di un personaggio freddo e stizzito che ben gli si addice. Notevole come il regista riesca a mostrare l’Italia con gli occhi di uno straniero: un paese di terra che ribolle, di rovine, musei e catacombe, ma con le strade piene di donne incinte e bambini che simboleggiano il rifiorire della vita dopo la guerra. Il lieto fine, che può sembrare un po’ appiccicato, diventa leggermente inquietante considerando il contesto: dallo spettacolo della superstizione più pacchiana può anche nascere per contrasto un desiderio di autenticità, ma siamo sicuri che durerà?
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta