Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film
“Viaggio in Italia” costituisce l’ultimo capitolo di quella che la critica rosselliniana ha definito “la trilogia della solitudine”. Ed è, essenzialmente, un viaggio all’interno di una coppia di coniugi inglesi e, soprattutto, nell’animo di Katherine, la protagonista femminile (che, non casualmente, è interpretata dalla Bergman, all’epoca compagna del regista). Il viaggio in Italia di cui parla il titolo, in effetti, c’è già stato: infatti i coniugi Joyce ci vengono mostrati già in Italia, dove, peraltro, non si spostano più di tanto, limitandosi a brevi tragitti tra Napoli e la Costiera Amalfitana. Il viaggio è tutto psicologico ed interno alle dinamiche della coppia protagonista, che fuori dal suo habitat di partenza, compie traiettorie del tutto imprevedibili, capaci di riportarla ad un inaspettato riavvicinamento. L’Italia del 1953 era cambiata rispetto a quella di “Roma, città aperta” e Rossellini non poteva certo continuare a girare lo stesso film all’infinito. Quello di “Viaggio in Italia” era, per lui, il “neorealismo” degli anni della ricostruzione. E pazienza se essi, accanto al miracolo economico, non produssero un altro capolavoro immortale.
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