Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
Si è detto e scritto infinite volte che Chabrol realizza grandi film quando affonda il bisturi nei vizi, le debolezze e l’ipocrizia della società di provincia, meglio ancora se si tratta dell’alta o della piccola borghesia. « A double tour » è la prima opera del regista che si addentra in questo campo e la borghesia chiamata in causa è tutt’altro che piccola. In una lussuosa villa, nei dintorni di Aix-en-Provence, vivono Henri Marcoux, la moglie Thérèse e i due figli, l’inetto Richard ed Elisabeth. Quest’ultima è fidanzata con l’insolente e fascinoso Lazlo. Henri Marcoux ha un’amante, la giovane e affascinante Leda, loro vicina di casa. La relazione è palese e la moglie la subisce pur di salvare le apparenze. Un bel giorno però, Leda viene assassinata... Chi sia il colpevole viene immediatamente suggerito. Quel che interessa all’autore è descrivere una classe sociale disposta a dissimulare qualsiasi meschinità pur di assicurare la propria rispettabilità. Gli viene incontro il fior fiore degli attori della « Nouvelle Vague », da Jean-Paul Belmondo a Bernadette Lafont, passando per Madeleine Robinson, che per questa sua interpretazione vinse la Coppa Volpi alla Mostra di Venezia del 1959. Tornando a Jean-Paul Belmondo, trova qui un ruolo tagliato su misura : strafottente, esagerato, maleducatissimo, tiene banco per buona parte del flm, grazie a quel suo modo di recitare volutamente sopra le righe che ne segnerà il successo. Forse non è casuale che, in veste di assistente alla regia, troviamo un certo Philippe de Broca, che di Belmondo farà una star in indimenticabili commedie d’azione.
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