La famiglia Marcoux abita in una bella dimora nella campagna provenzale. Henri, il capofamiglia, si innamora della bella Leda; Thérèse, la moglie, sopporta per paura dello scandalo...
Si è detto e scritto infinite volte che Chabrol realizza grandi film quando affonda il bisturi nei vizi, le debolezze e l’ipocrizia della società di provincia, meglio ancora se si tratta dell’alta o della piccola borghesia. « A double tour » è la prima opera del regista che si addentra in questo campo e la borghesia chiamata in causa è tutt’altro che piccola. In una lussuosa villa,… leggi tutto
Uno Chabrol d'inizio carriera comincia a scoperchiare i suoi primi nidi di vipere familiari, tra rancori, complessi edipici e istinti di autoconservazione di una borghesia con poco fascino, ma che non vuole perdere i propri privilegi. Al terzo film, Chabrol sembra avere già abbandonato la Nouvelle Vague, in favore di un cinema più classico, che, se non è proprio quello di papà, si accosta a… leggi tutto
Dopo l'esordio, l'anno precedente, con Le beau Serge, Chabrol aveva girato l'altrettanto piacevole I cugini ed ora arrivava al terzo lungometraggio con questo soggetto tratto da un romanzo di Stanley Ellin e sceneggiato insieme a Paul Gegauff (già collaboratore per la precedente pellicola). Un cambio di cast (nei primi due film i protagonisti erano i medesimi) ed un approfondimento dei… leggi tutto
Di Chabrol sono sicuro di aver visto qualche pellicola decine di anni fa ma scorrendo la sua filmografia mi viene alla mente ben poco. E allora è solo per sentito dire che lo considero da…
Chabrol è qui nel primo film in cui indugia nei vizi e le ipocrisie della borghesia francese e lo fa con cura, ma senza il vigore dei suoi futuri film . La protagonista non famosissima, è molto brava a interpretare la moglie nevrotica di Henry, signore di mezza età invaghito di Leda, bella ragazza solare . Finché qualcuno uccide la ragazza, e tutti sospettano di…
"Mi piacerebbe tanto rivederlo, ma non esiste più in commercio..."
"Ce l'avevo registrato, ma sarebbe bello se lo pubblicassero finalmente in dvd..."
"L'ho visto una volta in televisione quando ero piccolo e…
Uno Chabrol d'inizio carriera comincia a scoperchiare i suoi primi nidi di vipere familiari, tra rancori, complessi edipici e istinti di autoconservazione di una borghesia con poco fascino, ma che non vuole perdere i propri privilegi. Al terzo film, Chabrol sembra avere già abbandonato la Nouvelle Vague, in favore di un cinema più classico, che, se non è proprio quello di papà, si accosta a…
Si è detto e scritto infinite volte che Chabrol realizza grandi film quando affonda il bisturi nei vizi, le debolezze e l’ipocrizia della società di provincia, meglio ancora se si tratta dell’alta o della piccola borghesia. « A double tour » è la prima opera del regista che si addentra in questo campo e la borghesia chiamata in causa è tutt’altro che piccola. In una lussuosa villa,…
Dopo l'esordio, l'anno precedente, con Le beau Serge, Chabrol aveva girato l'altrettanto piacevole I cugini ed ora arrivava al terzo lungometraggio con questo soggetto tratto da un romanzo di Stanley Ellin e sceneggiato insieme a Paul Gegauff (già collaboratore per la precedente pellicola). Un cambio di cast (nei primi due film i protagonisti erano i medesimi) ed un approfondimento dei…
Con Chabrol scompare l'ultimo dei grandi artigiani del cinema, non solo francese. Non catturato dalle avanguardie degli anni Sessanta (ma non per questo ostile, vedi la collaborazione con Jean Luc Godard in un episodio…
In una famiglia dai rapporti malsani, con un padre padrone che umilia la moglie e mantiene un’amante molto più giovane in una dépendance, viene commesso un omicidio; verrà risolto dal fidanzato della figlia, un tipo in apparenza menefreghista e poco raccomandabile. A Chabrol non interessa il versante giallo, puro pretesto per scandagliare il solito groviglio di vipere…
Questo film degli esordi è una vicenda drammatica dai risvolti gialli senza grandi pretese, ma con il quale il giovane Chabrol dimostra già il suo talento e con il quale già tratta di quello che diverrà uno dei suoi temi prediletti: un ritratto di famiglia borghese impietoso, con le sue ossessioni, i tradimenti, le morbosità.
Film agli esordi di Chabrol (o quasi..), vittima di dettami della Nouvelle Vague, che come ogni corrente, da i suoi frutti a posteriore e non nel momento.Una recitazione sopra le righe ed anche fuori dalle righe, che depista la storia e lo spettatore, facendoci assistere ad una cosa un po' squallida, con attori lanciati al disfacimento, e qualcuno lo fa con voglia e consapevole dei pochi mezzi…
Ritratto di borghesia in nero: il giovane Chabrol indaga e analizza con uno sguardo spietato, lucido, glaciale, amarissimo e sconsolato il lento sfasciarsi e disgregarsi di una famiglia come tante, ricca di possedimenti e di averi ma del tutto incapace di restare unita, distrutta da odi, paure, rancori, segreti, inganni e tradimenti per troppo tempo tenuti nascosti ed esplosi improvvisamente in…
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