Regia di Luis Valdez vedi scheda film
Cinebiografia musicale della rockstar degli anni cinquanta Ritchie Valens, la cui fulminante parabola artistica interrotta per volere di un destino cinico e baro gli ha comunque permesso di regalare alla storia una manciata di evergreen, tra cui la canzone che dà il titolo al film. Incentrato soprattutto sul rapporto con il fratellastro Bob Morales, ambizioso ed arrogante, speculare al retto e talentuoso Ritchie, è un film convenzionale il cui controllo (regia, soggetto e sceneggiatura) è interamente nelle mani di Luis Valdez, che gestisce la materia in modo corretto ma senza il guizzo necessario a rendere realmente appassionante l’opera.
Il protagonista è indubbiamente un personaggio avvolto in un certo fascino grezzo e ruvido, tutt’altro che edulcorato, ma a mancare è una struttura r robusta e che non si affidi troppo al potenziale romanzesco di questa storia di ascesa irresistibile e di improvviso e tragico epilogo. L’ambientazione sporca e realistica della comunità messicana in California è ben illuminata da un sole caldo ed umido (Adam Greenberg alla fotografia), e il ritmo è piacevole, anche se manca quel qualcosa che lo renda indimenticabile.
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