Regia di Gene Saks vedi scheda film
Un dentista donnaiolo, per non impegnarsi troppo con la giovane amante, le ha fatto credere di essere coniugato e con prole; ma, quando lei tenta il suicidio, lui ne rimane colpito al punto da decidere di sposarla: ora si tratta di trovare una “moglie” da cui “divorziare”, e la scelta cade sulla sua solerte segretaria, che già si prende cura di lui come fosse un marito e non un principale. Le regole non scritte della commedia prevedono che ogni coppia unita per forza o per caso si rivelerà solidissima, quindi non si tratta certo di indovinare come andrà a finire: meglio godersi il ben congegnato meccanismo degli equivoci, che procede per complicazioni successive alimentate paradossalmente dal senso di colpa del personaggio di Goldie Hawn, che non vuole passare per una rovinafamiglie e alla quale bisogna dunque far credere tutto il male possibile della rivale. La Bergman (che curiosamente aveva un ruolo complementare in Indiscreto, dove lei era l’amante e Cary Grant il sedicente marito) gioca con la propria immagine di svedese algida, mentre Matthau sguazza nella consueta marpioneria. Sceneggia I. A. L. Diamond, e fra le battute ficcanti si intravede un pizzico del cinismo dei copioni scritti per Wilder.
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