Regia di Sidney Lumet vedi scheda film
Un commediografo in crisi medita di sfruttare il brillante lavoro di un suo ex allievo, facendo sparire lo stesso con un omicidio. O forse no. I colpi di scena cambieranno più volte le carte in tavola in questa bella pellicola tratta da una pièce teatrale e dominata da un mastodontico Michael Caine.
Che sia tratto da un lavoro teatrale lo si capisce già dopo pochi minuti: la scena è immobile, gli attori enfatizzano le espressioni al fine di raccontare al pubblico qualcosa di più di ciò che descrive il contesto, e tutto è già pronto per essere proiettato in quella sola stanza in cui il protagonista si rifugia dopo la débâcle a teatro. Con un simile impianto, l'unica per uscirne bene è affidarsi ad attori di razza e Caine lo è. Lo stesso Christopher Reeve riesce a reggere bene il confronto con lo stesso e sa dominare la scena quando è il suo turno, mostrando di avere nel suo repertorio qualcosa di più delle espressioni inamidate di Superman. I dialoghi, nemmeno a dirlo, sono ben costruiti e rappresentano un altro punto di forza della pellicola. Insomma non manca nulla, soprattutto non manca la tensione, presente fin da subito e ben rintuzzata da una bella sequela di colpi di scena che preparano la scena finale (a quel punto abbastanza prevedibile ma non per questo meno suggestiva).
Da recuperare.
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