Regia di Sam Peckinpah vedi scheda film
Western melanconico e al contempo comico, anche se si finisce col piangere, attraverso il quale Sam Peckinpah abbandona i temi tipici della sua “sanguinolenta” (di cui il soprannome di “Bloody Sam) produzione per proporre un prodotto agro-dolce sulla fine del west. L'uomo comune o piccolo imprenditore è prossimo alla morte per mano del capitalista e delle sue nuove creature che sostituiranno carrozze e cavalli. Riprendendo Butch Cassidy (1969) di George Roy Hill e Mister Future in cui Paul Newman sfotteva la bicicletta, Peckinpah mette in scena sul finire del film sidecar e automobili, facendo morire in modo veramente assurdo il suo protagonista (uno dei primi casi di “incidente stradale”). Protagonista è quel Jason Robards che riparte dove lo avevamo lasciato in C'era una Volta il West ovvero in una stazione di servizio in pieno deserto preludio alla nascita di una nuova cittadina. Il regista californiano sembra proprio voler scherzare sull'argomento e se la cittadina nascente ancora da scoprire di Leone si chiamava Sweet Water qua tutto parte dalla scoperta di una fonte di acqua dolce in pieno deserto. È la fine dell'epopea western.
Grandi interpretazioni. Su tutti spiccano Robards e David Warner, quest'ultimo nei panni di un reverendo alquanto atipico che sciorina dei monologhi a dir poco esilarante. Bravi anche gli altri di supporto.
Scordatevi la violenza e le scene truculente, che curiosamente Peckinpah piazza solo a inizio film quando vediamo un varano spezzato in due da un colpo d'arma da fuoco. Grande musica di Jerry Goldsmith. Molto carino, ma un Peckinpah sui generis.
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