Regia di Ettore Scola vedi scheda film
L'intento 'politico' del lavoro è ampiamente subissato dallo spessore leggero (comico sarebbe in effetti dire troppo) delle situazioni e dei personaggi; non si tratta perciò di un film 'contro' la cosidetta civilizzazione, l'industria, il consumo di massa e quant'altro caratterizzi la vita europea piuttosto che quella africana: si tratta semplicemente di una commedia che, più o meno accidentalmente, accosta i due stili di vita, senza contrapporli. Tant'è vero che il cognato Sabatino rimane in Angola con la 'sua' tribù, ma è fortemente tentato dal ritorno a Roma. Tant'è vero che le 'meraviglie' dell'Africa prevedono, oltre alla natura sconfinata ed incontaminata, l'aria pura e gli animali da safari, anche i contrabbandieri, la vita spartana ed una vasta gamma di scelta di pericoli mortali. Manfredi è la figura che spicca maggiormente, nonostante la parte principale sia di Sordi (che comunque non sfigura: ma è un po' troppo ingessato nel suo personaggio tipico), Blier spalla efficace.
L'editore Di Salvio vola in Angola con il suo fido ragioniere, alla ricerca del cognato di cui si sono perse le tracce da lungo tempo. Lo spirito di vacanza e di safari ben presto svanisce ed i due 'civilizzati' si ritroveranno sulle orme di un uomo divenuto davvero importante: ora è infatti lo stregone di una tribù. Il cognato è tentato dal ritorno a Roma, ma all'ultimo momento decide di restare.
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