Tom Kane, il potente e spietato sindaco della città di Chicago è afflitto da una grave malattia degenerativa che lo sta logorando proprio mentre un enorme scandalo politico rischia di minare il suo potere. Boss è una discesa nella decadenza del potere fine a se stesso che si mostra come parte inscindibile dell'identità del protagonista. Il potere, la figura drammatica del sindaco e la città di Chicago nella quale ancora si avverte il riverbero dell’epoca dei gangster, diventano una cosa sola in un dramma shakespeariano maturo e sofisticato, fortemente agganciato alla realtà contemporanea.
Boss - Di cosa parla
Boss narra le vicende del sindaco di Chicago Tom Kane, la cui vita viene stravolta quando scopre di avere una grave malattia degenerativa. Mentre intorno a lui infuria la battaglia politica per l'elezione del futuro senatore dell'Illinois, il Boss decide di tenere segreta la notizia della sua malattia per non mostrarsi debole nei confronti degli avversari. La sua condizione fisica e mentale viene nascosta anche ai parenti e collaboratori più stretti tranne che alla figlia Emma, precedentemente ripudiata, dal momento che avrà bisogno di lei. Solo la moglie Meredith, il capo dello staff Ezra Stone e la segretaria Kitty O'Neil cominciano a sospettare che qualcosa non vada nel loro capo ma non indagano a fondo sulla questione, un po’ per riverenza e molto per non ledere i rispettivi interessi.
La spregiudicatezza di Kane è il punto focale di una serie che allarga lo sguardo sulla politica e sul fine che giustifica ogni mezzo. Uomo potente e carismatico, Kane non ha paura di sporcarsi le mani nella lotta alla nomina di Governatore, spostando il baricentro della narrazione sulla tragedia classica dallo sviluppo corale e le dinamiche famigliari che furono de Il Padrino di Francis Ford Coppola.
Gli ingredienti della saga del potere ci sono tutti: gli inganni e la corruzione, la violenza, il sesso usato come merce di scambio o come arma di ricatto, il marcio della politica che sommerge tutto e tutti. In Boss non ci sono personaggi positivi e chi è animato da barlumi di etica cade facilmente nella rete dell’ambizione personale perdendo ogni innocenza. Un racconto cupo e nichilista di un uomo che è l’incarnazione stessa del potere e della sua determinazione nel conservarlo togliendo di mezzo chiunque lo ostacoli.
Quello che eleva dalla media una serie basata su temi già noti e affrontati anche in altre serie - The wire soprattutto - è la qualità della messa in scena: sofisticata e sorretta da una regia molto personale (il primo episodio è stato girato da Gus Van Sant), dal tocco freddo e distaccato a rappresentare in maniera chiara e oggettiva l’inscindibilità del binomio potere/politica; lo script dai dialoghi taglienti mettono in risalto le grandi qualità degli attori, soprattutto di Kelsey Grammer che dona al suo personaggio una statura mitica degna del miglior Vito Corleone.
Il brano della canzone iniziale Satan your kingdom must come down è cantata da Robert Plant.
Il cast
La forza di Boss risiede nelle performance degli attori: su tutti quella del protagonista Kelsey Grammer, attore cinematografico e teatrale, doppiatore, regista e produttore americano noto al grande pubblico per l'interpretazione del Dr. Frasier Crane nella sit-com Cin Cin e nello spin-off tratto dalla serie dedicato… Vedi tutto
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Kelsey Grammer
Mayor Tom Kane
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Connie Nielsen
Meredith Kane
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Hannah Ware
Emma Kane
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Jeff Hephner
Ben Zajac
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Kathleen Robertson
Kitty O'Neill
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Troy Garity
Sam Miller
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Rotimi
Darius Morrison
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James Vincent Meredith
Alderman Ross
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Martin Donovan
Ezra Stone
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Mary Hollis Inboden
Jackie
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Guida agli episodi
Produzione e ricezione
Boss è una serie televisiva statunitense di genere drammatico-politico composta da due stagioni di otto e dieci episodi, ideata da Farhad Safinia, co-prodotta da Category 5 Entertainment, Grammnet Productions e Lionsgate Television e trasmessa dalla rete televisiva via cavo Starz dal 21 ottobre 2011 al 19 ottobre 2012. In Italia è stata programmata in prima visione assoluta su RAI 3. Il primo episodio è stato diretto da Gus Van Sant, qui anche produttore esecutivo della serie. Altri episodi sono stati diretti da Mario Van Peebles. La seconda e ultima stagione della serie televisiva Boss è stata trasmessa dal 17 agosto al 19 ottobre 2012 sul canale statunitense Starz. In Italia è stata trasmessa dall'11 dicembre 2015 in orario notturno su Rai 4. Dopo la messa in onda della seconda stagione il canale Starz ha cancellato la serie a causa del calo degli ascolti.
Nel 2012 la serie Boss ha ricevuto la nomination come Miglior Serie Drammatica ai Golden Globe.
Per la prima stagione il sito Metacritic indica un voto critico di 78 su 100 e un 8,3 su 10 di gradimento degli utenti. La seconda stagione riceve complessivamente una valutazione di 75 su 100 e un 8,5 su 10 degli utenti. Su Rotten Tomatoes, la prima stagione ha un rating complessivo del 79% e un punteggio del pubblico del 93%. La seconda stagione riporta un giudizio critico del 89% e un 89% del punteggio del pubblico.
Le stagioni
Stagione 1
Tom Kane, sindaco di Chicago, vede il proprio potere vacillare alla vigilia di un grande scandalo politico e contemporaneamente scopre di essere affetto da una grave malattia degenerativa. Userà ogni mezzo per conservare il potere.
La serie è stata trasmessa dalla rete televisiva via cavo Starz dal 21 ottobre 2011 al 19 ottobre 2012. In Italia tra il 2012 e il 2013 da RAI 3.
Stagione 2
Kane consolida la sua figura di sindaco e cerca di tenere sotto controllo la sua malattia. La seconda e ultima stagione di The Boss è stata trasmessa dal 17 agosto al 19 ottobre 2012 sul canale statunitense Starz. In Italia la stagione è stata trasmessa dall'11 dicembre 2015 in orario notturno su Rai 4.
Commenti (1) vedi tutti
decisamente buona la prima stagione, molto meno la seconda (da cui la cancellazione), dove il brodo allungato in 10 episodi risulta alla fine troppo annacquato. anche le scene di sesso, numerose, all'inizio sono piuttsto efficaci, ma dopo l'ennesimo amplesso (di chiunque) sempre impellente e molto "glam", si rischia veramente il ridicolo.
commento di giovenosta