Regia di Dieter Berner vedi scheda film
Egon Schiele, uno dei pittori più giovani e controversi del XX secolo, raccontato in una biografia che si concentra principalmente sull’impatto che la sua arte, provocatoria e pornografica, genera sulla società, e sul rapporto che ha con le donne che condizionano la sua vita. A partire dalla sorella, sua prima musa passando per Wally, il grande amore della sua vita.
Interessante la ricostruzione dell’ambientazione storica e la scenografia, ricostruite alla perfezione, che rendono il tutto ancor più reale e percepibile. Fondamentale l’interpretazione di Noah Saavedra, la sua immedesimazione è talmente intensa che garantisce un’identificazione totale, mettendo in luce l’uomo prima che l’artista, anche quando ti accorgi che le due figure sono fuse in una sola unica persona, posseduta da entrambe.
Pur essendo un film biografico, lo svolgimento a volte sembra proprio di un documentario, descrittivo fin nei minimi particolari che consentono allo spettatore di definire meglio le ragioni dietro ogni opera e dopo ogni tormento.
Non coinvolge i sentimenti, ne le emozioni ma si limita a raccontare parte della vita di Schiele, di certo la sua parte più interessante, concentrata negli anni della sua ascesa, nel momento prima più basso della sua carriera e poi quello più alto, al massimo apice, che culmina nella mostra più importante della sua vita, la prima esposizione che lo innalzerà nell’olimpo dei pittori più controversi del secolo scorso.
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