Regia di Dieter Berner vedi scheda film
EGON SCHIELE___2016
Un film sull’etica e non sull’estetica, travestito da romanzo per accontentare un po’ tutti, grazie ad un montaggio classico e un po’ banale. Tuttavia, un ottimo prodotto: bella regia, freschi gli attori, intima la fotografia.
Non andate a vedere questo film per gli esterni delle campagne austriache (erba e alberi e sentieri) e nemmeno per le atmosfere viennesi di inizio novecento (queste infatti sono totalmente assenti). Non ci sono che poche scene rappresentative della frizzante Vienna capitale della cultura europea: qualche teatro e poco più.
Ci sono però bellissimi interni, se qualcuno li definisce “bohémien” è solo perché ragiona con stereotipi. Quello era il “lusso” borghese, nulla di più.
La storia di un artista che muore giovane e si consuma lentamente tra coperte improvvisate, sovrapposte come tinte di matite. Si spegne la sua vitalità e si interrompe la sua creatività. Un fecondo e concreto artista, non di certo un fecondo e concreto uomo perbene! Ecco il punto, il vero motivo per cui vedere il film: la costante indole cinica (e totalmente genetica) di un artista che rinuncia all’amore. Un uomo che fa soffrire senza compassione, un egoista che pensa solo alla sua arte! Che bello! Non vedete quanti principi religiosi ci siano in questo dono di sé alla storia, al futuro, all’umanità? Se rispondete “No”, nella vita al massimo potrete essere bohémien.
Angelo Orazio Pregoni
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