L'ambiziosa avvocatessa Jennifer Haynes(De Mornay) accetta di difendere David Greenhill(Johnson),un gigolò accusato di uxoricidio,anzi diciamo pure la quintessenza della misoginia.Presto se ne pente ma il giudice la costringe ad assistere il cliente ,però è lei a aver bisogno di aiuto.Più che i colpi di scena contano l'atmosfera ambigua e l'abile costruzione di una situazione di trappola.Il film ha due meriti: lo stile di Lumet,cineasta autore di capolavori,qui in "fase alimentare" e l'intelligenza di sottendere l'attrazione erotica tra i due protagonisti.Ma ha due gravi difetti: un finale action troppo risoluto che mal si concilia con il tono sofisticato del film e gli interpreti protagonisti. Lumet sbaglia il casting scegliendo il bello e maledetto Don Johnson,come al solito insopportabile,e la bambola di ghiaccio De Mornay,decisamente poco empatica.Il voto(6) è la media dei pro e contro.
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