Regia di Vittorio De Sisti vedi scheda film
Una delle prime pellicole dirette da Vittorio De Sisti, che ricorda molto da vicino - pur non essendo esplicitamente un mondo movie come quella - Inghilterra nuda, girato nel 1969. L'accostamento è più stretto di quanto si possa presupporre, perchè la fiction vera e propria, il film a soggetto insomma, lascia ripetutamente spazio al documentario in questo Spogliati, protesta, uccidi (uno dei titoli più belli della storia del cinema, va sottolineato), che disperde i suoi blandi rivoli narrativi in numerose sequenze di raduni di figli dei fiori e di manifestazioni hippy, pur senza commentarle in alcun modo. Non è il sequel di Zabriskie point (Michelangelo Antonioni, 1970), insomma, non lo è neppure lontanamente: il film è poca cosa sia per lo sguardo antropologico-sociologico sulle giovani generazioni che per il presupposto spirito di denuncia antirazzista e antiborghese che la trama lascia in realtà solamente intuire; la sceneggiatura, dallo sguardo piuttosto miope, è firmata dal regista insieme a uno dei protagonisti, Giuliano Vasilicò, e a Dante Matelli, di cui poco è lecito sapere. Nel cast prevalgono i nomi privi di appeal, così come i relativi volti: Gabriella Boccardo, Alessandro Cane, Gianni Pulone, Segio Serafini, Bill Jones e Henry Moore sono i principali che appaiono sui titoli di testa. Va rilevata in ogni caso la piacevole vivacità registica di De Sisti, che molto presto si impantanerà in commediole erotiche di nessuno spessore artistico e più tardi finirà la carriera addirittura licenziando fiction televisive. La colonna sonora è opera di Ennio Morricone (che sicuramente ha fatto ben di meglio); il sottotitolo del lavoro è emblematico della confusione che lo ha generato: Quando la preda è l'uomo. 2,5/10.
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