Andrea, giovane di buona famiglia, viene risucchiato dal vortice della droga. Neppure la sua fidanzata lo salva, anzi ne finisce invischiata in maniera ancora più profonda; l'unico che sembra in grado di poterlo aiutare è l'amico Luca.
Quasi mitologica pellicola di difficilissima reperibilità fino all'era del web, La merde o Perchè si uccidono (sic, senza punto interrogativo finale) è la prima e unica regia, la prima e unica sceneggiatura di Mauro Macario, figlio del celeberrimo comico. Nei suoi primi quarant'anni di esistenza, Perchè si uccidono non ha avuto alcuna fortuna: passato rapidamente sui grandi schermi, è finito anzitempo nel dimenticatoio essenzialmente per due ragioni concrete: la prima è la sfortunata parabola cinematografica del suo autore, che da qui in avanti si dedicherà soltanto a qualche regia di varietà Rai e a scrivere libri di poesie (e una biografia del padre); la seconda è, spiace dirlo, l'inconsistenza del film. Privo di mordente nella sua struttura narrativa, privo di grandi nomi di richiamo, privo di argomenti interessanti o quantomeno di sviluppi degni di nota di tali argomenti: di film sulla tossicodipendenza ne sono usciti tanti e non solo in Italia e, soprattutto, nel 1976 il problema era talmente all'ordine del giorno che un film dal modestissimo appeal come questo era per forza di cose destinato a passare inosservato. Beba Loncar, Maurice Ronet, Leonora Fani, Antonio Pierfederici, l'esordiente Marco Reims (che qui chiude anche la sua carriera di attore) e Margherita Fumero in una particina sono i nomi di maggior risalto nel cast; la firma della colonna sonora è però notevole (e infatti le musiche non sono affatto male): è quella dei Goblin. Da sottolineare una scena di rito satanico culminante nella marchiatura a fuoco di una ragazza sulle sue parti intime. L'impressione è che Macario jr. volesse fare un film di denuncia mantenendo al contempo alta l'attenzione del pubblico più avvezzo alle morbosità e al voyeurismo; purtroppo però La merde (cioè l'eroina o qualsiasi sostanza che dia sballo e dipendenza) è troppo poco impegnato per la denuncia e troppo poco impressionante per la morbosità, nudità e scene di assunzione di droga incluse. 2,5/10.
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