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La fabbrica delle mogli

Regia di Bryan Forbes vedi scheda film

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La recensione su La fabbrica delle mogli

di movieman
8 stelle

Il film fu accusato di essere anti-femminista, in un momento in cui i movimenti di empancipazione della donna raggiungevano il loro picco, e in America ebbe poco successo. Semmai, come dichiara Bryan Forbes negli extra del dvd, il film voleva avere una componente anti-misogina, più a favore del gentil sesso quindi, che contro. A dire il vero il dibattito ci può stare, eccome, perché il film in realtà non si sbilancia mai da una parte o dall’altra e, volendo, lo si può interpretare in ambo le direzioni: da una parte può essere visto come una pungente reazione contro certe paranoie femministe oppure, all’opposto, come un monito contro i gusti, le aspirazioni e le esigenze del maschio medio in termini di convivenza con la congiuge. Non è solo per questo che il film è interessante, c’è infatti quell’aura in stile Rosemary’s Baby che non può non intrigare e c’è un ottimo finale, dove il lieto fine è vietato (di quelli che solo certo cinema degli anni ‘70 sapeva regalarci), che getta un’ombra inquietante sul futuro dell’umanità.
Qualche curiosità: per la regia si era pensato in primis a Brian De Palma (peccato che la cosa non sia andata in porto, verrebbe da dire). Nel ruolo di Joanna doveva esserci Diane Keaton che rifiutò all’ultimo momento; a quel punto si pensò a Jean Seberg. Nel ruolo di Bobbie, Paula Prentiss subentrò a Joanna Cassidy, licenziata a riprese già iniziate.

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