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Bareback ou La guerre des sens

Regia di Paul Vecchiali vedi scheda film

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La recensione su Bareback ou La guerre des sens

di alan smithee
6 stelle

Può il cinema raccontare semplicemente le intimità e la quotidianità di una coppia infelice presa a caso? E riflettere sulla promiscuità e l'egoismo che spingono a mettere a repentaglio le vite di altre persone ingenue o benpensanti? Vecchiali ci prova, con coraggio e senza mezzi termini o inutili falsi pudori in un film disturbante, ma coraggioso.

La vicenda si concentra su una coppia omosessuale, che convive felicemente da anni, fino al momento in cui tutto l'incanto si rompe quando improvvisamente uno dei due lascia il compagno.

Quest'ultimo, sconvolto, incapace di accettare la drammatica circostanza, camminando solitario in riva al mare, incontra un giorno nei pressi di un molo un regista, anzi il suo regista preferito (ad impersonarlo lo stesso Vecchiali, spesso coinvolto nelle sue produzioni anche come attore, e qui praticamente nei panni di se stesso)

Lo avvicina timidamente, proponendosi di raccontargli la sua storia drammatica, desiderando raccontargliela nei minimi particolari: l'infelice è convinto che il cineasta possa ricavarne la base per la sceneggiatura del suo prossimo lavoro, ma il regista, scettico, non è affatto convinto di ciò, e prova con garbo e pazienza a spiegargli ciò che non lo convince per questo suo supposto adattamento.

Vecchiali ci stordisce con una doppia riflessione, in entrambi i casi acuta e dagli effetti sconcertanti: cos'è il racconto cinematografico, il senso di una trasposizione al cinema di fatti realmente accaduti nella realtà quotidiana da un lato;

qual è il limite (ed esiste veramente?) tra fiction e pornografia, e, parlando di LIMITI, si riflette con un certo acume sulle drammatiche conseguenze a cui porta una sessualità promiscua senza accorgimenti e cautele (da qui il titolo "bareback"), dall'altro.

Ne esce fuori, nel bene come nel male, un film fatto in casa, autoprodotto, autofinanziato, girato "in famiglia" nei pressi della casa del regista in Costa Azzurra.

Un film che irrita, anche per l'atmosfera "casereccia" che regna addentro ad una scenenggiatura solo abbozzata, ma invero davvero profonda ed inquietante, che riflette in modo acuto su entrambe le problematiche messe a fuoco.

Vecchiali, molto attivo nel nuovo secolo nonostante l'età avanzata, prende qui le misure per approfondire la tematica o il dualismo cinema/verità, che affronterà nuovamente in futuro in altri piccoli film come "Faux accords" del 2014.

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