Regia di Castellano & Pipolo vedi scheda film
Film di intrattenimento girato tra Pisa e Firenze costruito su misura sul caustico Adriano Celentano (nei panni di un Avvocato vincitore di nove concorsi di enigmistica), che gioca sui doppi sensi delle sue battute e su una serie di trappole e astuzie stile gioco dell'oca (non a caso rappresentata dall'elemento della caccia del tesoro, dei continui enigmi da sciogliere e dell'oca intesa come contrada del palio di Siena). Meno riuscito di altri, a tratti farraginoso in scrittura con un canovaccio giallo parodistico (non a caso fa una particina Jean Sorel, volto tipico del giallo all'italiana) che si regge su Celentano e sull'americana Debra Feuer, degna rappresentante della città del Vizio (essendo originaria di Las Vegas) che arriva al film di Castellano niente meno che dallo splendido Vivere e Morire a Los Angeles di Friedkin, girerà poi La Regina dell'Inferno. La Feuer ricalca, seppur in chiave assai più piccante, il ruolo che di solito spetta a Ornella Muti. Riesce piuttosto bene nel suo compito.
Lunga la sequela dei caratteristi spesso coinvolti nella commedia, ma non solo, come il metronotte Enzo De Toma, il capo dei banditi Mattia Sbragia, il controllore Franco Diogene.
Più che sufficienti le musiche di Detto Mariano.
Alla fine il film è gradevole, ma assai più banale rispetto ad altri film di Celentano. Così e così, ma si lascia guardare.
Una curiosità è caratterizzata dal fatto che il film fu girato dopo una vera e propria battaglia legale tra Celentano e i produttori, col primo che non voleva saperne di interpretare l'opera per divergenze con Cecchi Gori, ma fu poi costretto a sottostare per effetto di una clausola contrattuale che lo legava alla produzione.
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Debra Feuer meravigliosa
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