Regia di Stuart Rosenberg vedi scheda film
D'accordissimo con la recensione de Il Morandini: ottima prima parte con un ritmo spedito e un suggestivo taglio semidocumentaristico. Stuart Rosemberg dirige un tipico poliziesco settantiano Made in U.S.A. tratto da un soggetto comprato in Svezia, con la città di San Francisco tra le protagoniste della pellicola. Straordinario l'incipt in cui un misterioso assassino compie una strage a bordo di un'autobus di linea a colpi di mitra. Seguono le indagini condotte da una coppia di sbirri agli antipodi. Altrettanto ben girata la sequenza del mitomane che prende in ostaggio una famiglia, spacciandosi per l'assassino dell'autobus. E' nella seconda parte che il ritmo scema e rallenta considerevolmente, con i due protagonisti, il riflessivo ma cronicamente imbronciato Walter Matthau e il tronfio e farfallone Bruce Dern, che battibeccano di continuo su qualsiasi cosa, facendo perdere interesse per la vicenda e l'intero film. C'è una ripresa nel finale, anche se mi lascia perplesso il modus operandi dell'assassino: una cosa e' sparare a bordo di un'autobus semivuoto nel cuore della notte, un altro e' cercare di ripetere la medesima azione in pieno giorno e in pieno centro, in una metropoli come San Francisco, su un autobus pieno che peraltro si e' appena fermato per raccogliere altri passeggeri. Un piccolo appunto: nel film si parla spesso di "depravazioni sessuali" ed omosessualità. Capisco che il film e' del 73', anche se San Francisco e' ed e' stata, mi risulta, una città aperta e libertaria, ma la categoria degli omosessuali viene fatto oggetto continuo di offese e volgarità, in particolar modo dallo sbirro interpretato da Bruce Dern. Colpa del doppiaggio italiano? Non voglio fare il progressista integralista, ma persino nei poliziotteschi caserecci e coatti di Bruno Corbucci con Tomas Milian e Bombolo, gay e travesti venivano presi in giro in maniera assolutamente scanzonata e simpaticamente scherzosa e goliardica.
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