Regia di Enrico Oldoini vedi scheda film
Albertone che zoppica come in una delle sue più celebri macchiette (Brevi amori a Palma di Majorca) e Bernard Blier che subisce in quasi tutti i ruoli che ha ricoperto nella cosiddetta commedia all’italiana. Se poi consideriamo il fatto che i due volarono in Africa alla ricerca di Nino Manfredi (Riusciranno i nostri eroi…), il gioco è fatto: Una botta di vita è, soprattutto, l’evocazione di un mondo perduto, una sorta di vacanza premio concessa ai due vecchi attori per divertirsi un’ultima volta prima del pensionamento. Blier sarebbe morto un anno dopo l’uscita del film, Sordi avrebbe attraversato gli ultimi decenni senza lasciare tracce indimenticabili sul grande schermo.
Un canto del cigno, insomma, nel contesto di una rocambolesca commedia on the road, zeppa di situazioni già trite e ritrite, eppure delicata, buffa, mai mielosa, quasi un tentativo di “italianizzare” gli americani Ragazzi irresistibili con i canoni della nostra tradizione brillante (l’ambiente balneare, la dimensione dei ricordi d’amore, le avventure degli italiani all’estero, gli equivoci). Raramente, in un film italiano, la vecchiaia è stata raccontata con un equilibrio così difficile tra buffoneria e delicatezza (in quegli anni un altro mattatore come Vittorio Gassman avrebbe dato il suo contributo con il nonno scoraggiato di Tolgo il disturbo e lo zio godereccio de Lo zio indegno, testimoniando la necessità di adeguare i mostri sacri all’esigenze dell’anagrafe). È il risultato più dignitoso della carriera di Enrico Oldoini. Inutile dire che il merito è di una coppia d’attori lasciata felicemente a ruota libera, con un malinconico Blier una spanna sopra l’esuberante Sordi.
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