Regia di Luigi Comencini vedi scheda film
Un classico della commedia all'italiana ma con un retrogusto amaro sprigionato dai gherigli dei gusci infranti dove sono racchiusi i sogni di una vita se non agiata quanto meno dignitosa dei due poveri protagonisti Peppino e Antonia ai quali si contrappongono gli annoiati e disillusi George e la sua signora e padrona che non ha nome ma è conosciuta da tutti come la vecchia, termine che oltre ad essere un aggettivo anticamera della morte è a volte e soprattutto in questo caso sinonimo di spauracchhio e malvagità: quando da piccola mia cugina non voleva fare il riposino pomeridiano mia zia la apostrofava dicendo "Guarda che chiamo la vecchia".
Peppino è uno straccivendolo svuota cantine che gira con due dei suoi figli maschi piccoli in uno sgangherato apecar e sogna di rilevare dalla sua poltrona un anziano sfasciacarrozze raccattatutto che però chiede 30 miloni e Peppino fa fatica anche a racimolare 3000 lire e questo è uno dei suoi sogni visto che anche a causa di una ferita di guerra non può intraprendere un lavoro faticoso, il ruolo è affidato a un Sordi mattatore in una caratterizzazione non dissimile dal soldato de La grande guerra o il presunto colpevole di Detenuto in attesa di giudizio ma con la differenza che questa volta è un povero cristo nel senso più vero della parola, ignorante per sua stessa ammissione, con una sorella mignotta e anche un debito di 500000 lire dal pizzicagnolo; la sua controparte Antonia fa la donna delle pulizie ed è incarnata magistralmente da una Mangano mai così corruciata e sofferente nelle sue espressioni, una donna piena di dubbi ed ambizioni che crede che la sua destrezza al gioco dello scopone scientifico sia superiore a tutti ma vedremo che le cose non stanno affatto così.
I nostri eroi vivono in una baracca abusiva con quattro figli maschi tutti sotto i dieci anni caratterizzati quanto basta mentre è molto più approfondito il personaggio di Cleopatra la figlia maggiore che ha una evidente zoppia alla gamba destra e non si fa illusioni sulla possibilità che la sua vita e quella dell'intera famiglia possa cambiare ed il suo viso algido fa da cornice a due occhi bellissimi ma di una profonda tristezza.
La vita di Peppino e Antonia è aggrappata ad una unica speranza di svolta, l'annuale permanenza a Roma di una ricchissima vecchia signora americana che li sfida insieme a George, il suo ex amante, assistente e tutto fare, all'intricato gioco di carte che da il titolo al film.
L'intera borgata piena di poveracci aspetta ormai da otto anni una vittoria di Antonia e Peppino che invece regolarmente perdono di primo acchito il milione che la vecchia dona loro per giocare finchè un giorno la fortuna gira e i nostri eroi vincono 7 milioni ma da quel momento ne succedono di tutti i colori fino ad un finale dai toni horror che sembra chiudere ogni spiraglio ad effimere illusioni ma potrebbe anche nascondere un nuovo colpo di coda della terribile vecchia signora che ha evitato per l'ennesima volta la stilettata mortale decifrando uno sguardo tanto bello quanto strano.
Duello mortale fra 4 grandi attori
Lo scopone scientifico è una favola amara sulla impossibilità dei poveri di vincere sui ricchi, sul crescente dominio dell'America sull'Italia e in generale sulla vecchia Europa, come in una famosa battuta di Harry ti presento Sally di molti anni dopo "posso andare a Roma a fare due passi quando mi pare", sul dominio territoriale dei potenti sui nulla tenenti non a caso la villa dove la vecchia alloggia non solo ha una bella vista sulla cupola di San Pietro ma domina come un castello sulla baraccopoli dove vivono Antonia e Peppino, sulla illusoria sicurezza che l'abilità al gioco sia garanzia di vittoria ma se hai delle carte di merda in mano è dura anche se ti chiami Stu Ungar, sulla capacità che ha il denaro nel far impazzire chi non ce l'ha e rendere altrettanto avido e odiato chi ne ha parecchio e non ultimo sulla tanta ipocrisia che mette in relazione persone che non hanno niente in comune e spacciano per affetto la sete di denaro che da questo rapporto fasullo può scaturire.
Tutti sembrano essere concordi che il personaggio più negativo del film sia la vecchia incarnata da una titanica Bette Davis che nonstante sia ricca sfondata e non le resta poi molto da vivere ha come suo unico scopo continuare a fare soldi per il gusto di averli tanto che interrompe una partita per ascoltare al telegiornale un rapporto borsistico, per lei giocare a carte è un trastullo, un passatempo che le può causare la rabbia della sconfitta ma di conseguenza anche il brivido della rivincita, io non sono del tutto d'accordo sul dire che sia lei il personaggio peggiore della storia perchè è propro lei in fondo a dare ai più poveri una chance di vittoria, al contrario è l'ingordigia dei suoi avversari che non si accontentano mai a riportarli a 0, l'obiettivo non è vincere ma svuotare la cassaforte e facendo ciò mandarla al creatore.
Il personaggio peggiore in assoluto per me è senza dubbio Antonia che gioca scorretto facendo i segni con la bocca al suo compagno per indicargli chi ha il sette bello, Peppino ne è succube subendo le conseguenze del suo volere perchè lui più di una volta vorrebbe fermarsi e portare a casa una vincita che già basterebbe a risolvere anche il doppio dei problemi che li attanagliano ma quando la vecchia si è ciucciata 4 bombole di ossigeno ed è mezza morta invece di ritirarsi e dimostrare un pò di buon senso Antonia se la ride perfida pensando di vincere ancora convinta del suo talento al gioco e potendosi avvantaggiare della poca lucidità della donna e oltre a ciò continua a ripetere in coro con Peppino "A signò noi je volemo tanto bene" mentre lei vuole bene solo al suo denaro, ma non finisce qui perchè Antonia tocca il fondo umiliando Peppino che viene sostituito da un suo vecchio spasimante con un nome che è tutto un programma "Richetto il baro" ( un Domenico Modugno con una faccia da mafioso che fa invidia a Dillinger) che da tempo le proponeva di affrontare la vecchia opponendosi come coppia imbattibile ma come da lui stesso dichiarato la vecchia può giocare al raddoppio fin quando vuole mentre loro alla prima cappella sono fottuti.
Le donne quindi non fanno una bella figura in questa storia e mentre Peppino avrà almeno una magra rivincita morale su Antonia il povero George che prende vita nella bella prova da cane al guinzaglio di Joseph Cotten non può far altro che rimpiangere una vita da promettente pittore sacrificata si per una strada sicura ed agiata ma anche segnata da un amore sbilanciato e sfiorito a colpi di portacenere in testa.
Sonego firma una sceneggiatura senza la minima sbavatura, la regia i dialoghi e la messa in scena sono perfetti soprattutto nella baraccopoli piena di soggetti pittoreschi fra i quali si erge con la sua sapienza di vita vissuta senza una lira un Mario Carotenuto premiato con il nastro d'argento per il ruolo del professore consigliere e vox populi degli ignoranti borgatari sostenitori dei protagonisti, magistrale il suo discorso di suggerimento a Peppino indeciso se rinunciare o continuare la partita che si conclude con un lapidario " Lottare significa esistere.....rassegnarsi è come morire".
Grandissimo film.
Storica partita a scopone scientifico fra il presidente Pertini e Zoff contro
Mr Bearzot e Causio al ritorno dai vittoriosi mondiali in Spagna ma non si
giocavano la coppa, quella l'avevano già vinta
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