Regia di Luigi Comencini vedi scheda film
Prodotto da Dino De Laurentiis, diretto da Comencini ed interpretato da un cast internazione di attori di tutto rispetto, questo film è uno spaccato amaro e caricaturale di un'Italia postbellica. Comencini racconta, attraverso il tavolo delle carte, tutto un contesto storico che vede da un lato gli italiani tutto cuore e povertà, talvolta avvelenati da certe angherie ma più spesso disposti a sopportarle pur di poterci guadagnare qualcosa e dall'altro lato la ricca miliardaria americana che gira il mondo, guadagna soldi in borsa ed a carte e prova quasi gusto nel torturare sottilmente i suoi compagni di tavolo. Volutamente o meno Comencini calca pesantemente la mano, facendo apparire l'italiano in tutta la sua miseria, non solo fisica ma persino spirituale. Tutti finiscono per illudersi di poter cambiare le loro vite chi con una partita a carte, chi rubando direttamente dalla cassaforte, chi investendo i propri risparmi, chi giocando da professionista, chi andando al rilancio in un gioco al massacro che definire stupido sarebbe riduttivo. E nel finale anche una morale negativa che sembra giustificare ed auspicare l'omicidio come risposta a perversi giochi di potere. Questa caricatura tanto negativa dell'italiano medio, lascia qualcosa in più che amaro in bocca, quasi un senso di vuota rassegnazione e rabbia. A mio modesto avviso il quadro che ne esce fuori ha tinte troppo cupe e negative e non racconta più dell'Italia e degli italiani ma solo e soltanto di un malessere puro e distillato ma irreale e perverso. Più che una descrizione dell'italiano medio, un'offesa allo stesso ed alla sua dignità. La povertà gioca brutti scherzi, è vero, ma il quadro che emerge mostra solo che anche nel cuore delle brave persone alberga sempre una componente di male e di egoismo puro. Voto: 6.
Buona.
Dei quattro al tavolo è decisamente quello che meno si adatta al ruolo, probabilmente per limiti recitativi suoi.
Molto brava.
Intoccabile.
Bravissimo, porta un tocco innegabile di stile e dignità.
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