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Stella

Regia di Henry King vedi scheda film

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La recensione su Stella

di alan smithee
9 stelle

Stella Dallas

VENEZIA 79 - PRE-APERTURA

Il Festival di Venezia ha scelto Stella Dallas di Henry King, come film di pre-apertura della sua 79° edizione, permettendo al pubblico di riscoprire un gioiello del cinema muto, restaurato e conservato nella collezione del Moma di New York.

Stella Dallas è il primo film proiettato alla 79° Mostra Internazionale D’Arte Cinematografica di Venezia, che ha aperto ufficialmente i battenti il 31 agosto 2022.

Come tradizione infatti ormai da anni, una pre-apertura come questa, dedica l’attenzione a un film degli albori della cinematografia, restaurato e riportato all’antico splendore con le nuove tecniche oggi a disposizione, ed appartenente alla collezione delle opere preservate dal Moma.

Quest’anno la scelta è caduta su un gioiello non molto noto ma di grande valore: un melodramma a sfondo civico-sociale intitolato Stella Dallas, di uno dei padri fondatori del cinema come fu senza dubbio Henry King (1886/1982), regista eclettico e prolifico che lavorò da metà anni ’10 ad inizi anni ’60 osservando ritmi incessanti accompagnati da prodotti di qualità.

Il Direttore della Mostra, Alberto Barbera, insieme al Presidente della Biennale Roberto Cicutto, hanno introdotto la presentazione di questo capolavoro quasi dimenticato, che per l’occasione è stato proiettato in presenza di una orchestra molto articolata, presentataci come Gaga Symphony Orchestral.

Stella Dallas – il ruolo di una madre

Stella, una ragazza povera ormai in età da marito, cerca in tutti i modi di farsi notare da un giovane rampollo di buon rango, caduto in disgrazia dopo il suicidio del padre industriale, e per questo desideroso di rifarsi una vita distante dal proprio ambiente familiare.

Finisce che i due si conoscono, grazie alla capacità di sedurre innata della bella Stella, e in breve convolano a nozze.

Venezia: classico del muto Stella Dallas in sera preapertura - Veneto - ANSA.it

Un matrimonio indubbiamente di circostanza, col quale la ragazza cerca tuttavia di risultare una buona moglie e madre, mettendo a freno quella sua voglia di vivere e socializzare che, agli occhi dei benpensanti, spesso finisce per far vedere la ragazza come facile e dunque infedele.

Ma quando il marito si trasferisce a New York per affari, la vita matrimoniale tra i due naufraga nella più completa indifferenza, e Stella, rendendosi conto che non potrà mai mantenere con lo stesso tenore di vita la bella figlia che i due hanno messo al mondo, si vedrà suo malgrado costretta ad abbandonarla per lasciarla in mano al ricco padre.

Stella Dallas – la recensione

Tratto dall’omonimo best seller di Olive Higgins Prouty, Stella Dallas di Henry King fu la prima delle tre trasposizioni del romanzo: a seguire ci fu un remake di King Vidor datato 1937 con Barbara Stanwych come protagonista, e negli anni ’90 un ulteriore, ma certamente non memorabile remake con Bette Midler , datato 1990 ed intitolato semplicemente “Stella”.

La versione di King, catturata sul grande schermo di Sala Darsena al Lido, accompagnata dalla musica dal vivo dell’orchestra sinfonica sopra menzionata, appare meravigliosa nella sua capacità di alternare sapientemente situazioni melodrammatiche a occasioni ironiche e sin comiche, lungo un contesto che, a ben guardare, riflette sapientemente argomentazioni e ruoli sociali che fanno riflettere.

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Sala Darsena al Lido di Venezia, ove si è tenuta la pre-apertura dell’edizione 79 del Festival col film muto restaurato Stella Dallas di Henry King

Ne emerge una figura di donna a suo modo rivoluzionaria, padrona del proprio agire, fiera senza rinunciare ad una umanità che la rende emotivamente fragile e nello stesso tempo eroina di una modernità che il mondo femminile nemmeno concepiva, in quei tempi dominati da un maschilismo imperante e da un perbenismo ottuso, foriero di intolleranze oggi per fortuna inconcepibili.

King padroneggia la messa in scena orchestrando una storia piena di colpi di scena e di ritmo, e dirige un cast molto motivato, in mezzo al quale emerge in particolare la volitiva Belle Bennett, star del muto con oltre 90 pellicole all’attivo, oggi purtroppo pressoché sconosciuta, morta a soli 41 anni nell’ormai lontanissimo 1932.

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