Regia di Sergio Leone vedi scheda film
Non voglio parlarvene troppo. Accattatevelo e guardatelo. Riguardate le vostre posizioni se la pensate come Mereghetti.
Qui, su FilmTv.it, viene annotato come e il cattivo.
Ok.
Ebbene, in occasione della sua pregiatissima uscita del Blu-ray 4K, vi parliamo di uno dei massimi spaghetti western della storia del Cinema, ovvero Il buono, il brutto, il cattivo. Firmato dal grande Sergio Leone (Per un pugno di dollari) al quale è stata dedicata, peraltro, la recentissima, strepitosa e imperdibile edizione in cofanetto della sua epocale trilogia del dollaro.
Film del ‘66, come sopra appena dettovi, Il buono, il brutto, il cattivo viene, in maniera generalista, ascritto al cosiddetto spaghetti western per pura convenzione dizionaristica. Sebbene sia un’opus capitale che supera ogni possibile confinamento e classificazione, giustappunto, archivistica, facile e banale.
Ora, attenzione. A proposito di dizionari e catalogazioni, il titolo per il mercato internazionale di questa mastodontica pellicola di Sergio Leone, nella sua versione estesa di 178 minuti netti, dunque vicinissima alle 3h, è The Good, The Bad and the Ugly. Letterale traduzione che rispecchia fedelmente il titolo Il buono, il brutto, il cattivo, con l’aggiunta, in inglese, della e di congiunzione. Malgrado, da più parti, anche qui da noi in Italia, spesso compaia e sia annoverato come Il buono, il brutto e il cattivo.
Specificato e chiarito necessariamente ciò, robustamente finanziato dal compianto Alberto Grimaldi, ahinoi, purtroppo deceduto lo scorso 23 Gennaio dell’anno attualmente corrente, produttore storico di alcune opere di Federico Fellini (Il Casanova), di Pier Paolo Pasolini (Il Decameron & I racconti di Canterbury), di Bernardo Bertolucci (Ultimo tango a Parigi & Novecento) e del titanico, colossale ed epico Gangs of New York di Martin Scorsese, Il buono, il brutto, il cattivo fu uno dei suoi primi traguardi produttivi assai rilevanti in termini di cospicuo budget impiegatovi per realizzarlo e rappresentò la sua seconda collaborazione, finanziariamente parlando, con Sergio Leone dopo Per qualche dollaro in più. Che, a sua volta, si rivelò uno straordinario successo planetario.
Trama, sintetizzata al massimo in quanto a suo modo indistricabile nei suoi variegati risvolti narrativi e nelle sue molteplici sfaccettature arzigogolate: durante la Guerra di Secessione, più precisamente intercorrente nei cruciali e barbarici anni 1861-65, il coraggioso e scaltro cacciatore di taglie detto il Biondo, alias il buono (Clint Eastwood), l’outlaw un po’ mattoide, Tuco detto il brutto (un mitico Eli Wallach) e uno spietato sicario, Sentenza, il cattivo (Lee Van Cleef), pur tradendosi reciprocamente a vicenda in una sarabanda di colpi di scena a ripetizione e sporchi doppi giochi al cardiopalma, si alleano per recuperare un ricchissimo bottino nascosto nella tomba di un arido cimitero.
Picaresco, ironico, appassionante dal primo all’ultimo minuto, ricolmo di scene memorabili e battute taglienti e più affilate d’una lama di rasoio appuntita, immediatamente entrate nel mito giustamente, Il buono, il brutto, il cattivo, illuminato dalla bella fotografia, pregna di colori saturi, a cura di Tonino Delli Colli (C’era una volta in America), sceneggiato dallo stesso Leone assieme a Luciano Vincenzoni e alla premiata ditta infallibile di Age & Scarpelli, con apporti di Sergio Donati, è un film da noi amatissimo su cui ci sembra onestamente oramai superfluo spendere altre inutili parole elogiative che risulterebbero ridondanti od eccessivamente agiografiche.
Il buono, il brutto, il cattivo, checché ne pensino i detrattori di Sergio Leone, fra cui l’inespugnabilmente e irriducibilmente suo accanito Paolo Mereghetti, è un capolavoro monumentale.
Dunque, non può assolutamente mancare alla vostra collezione di cinefili esigenti e dai gusti alti.
di Stefano Falotico
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