Regia di Richard Lester vedi scheda film
Si tratta del seguito o meglio della seconda parte de I Tre Moschettieri-I Diamanti della regina ; infatti Lester che girò con lo stesso cast e la stessa produzione dovette dividere l'epopea di D'Artagnan e compagni in due film:il primo capitolo uscì nel 1974 e questa seconda parte nel 1975.
Il film prende le mosse da dove era terminato il precedente: i Moschettieri avevano sventato il complotto ordito da Richelieu e dalla perfida Milady per smascherare agli occhi del re la tresca della regina con il duca di Buckingham. Ora Milady, ottenuta l'immunità dal cardinale, vuole vendicarsi su D'Artagnan e sulla sua bella amante Costanza. Il film conta su un cast di stelle: da Michael York a Oliver Reed, passando per Charlton Heston e le splendide Faye Dunaway e Raquel Welch. Il limite sta nella frammentarietà della storia divisa in due capitoli con inevitabili squilibri. Un esempio: Milady che compare appena nel primo capitolo, qui è l'autentica protagonista. Anche la cifra stilistica dell'opera di Lester ne risente: nel primo film il tono è scanzonato: l'adattamento del romanzo di Dumas è divertito e mescola la tradizione slapstick alla smitizzazione dell'eroismo del testo originale. In questa seconda parte si perde il calligrafismo della ricostruzione d'epoca e prevale un ritmo disarticolato: la vicenda e le caratterizzazioni assumono i connotati della fiction. Intendiamoci, comunque l'ironia del registro e la qualità degli interpreti rendono il film sicuramente migliore di un "Elisa di Rivombrosa"......
Avrei cercato di ottenere, snellendo il racconto, un'opera unica e quindi più omogenea. Ed avrei mostrato la scena della decapitazione della Dunaway che avrebbe aggiunto maggiore spessore drammatico al suo personaggio un po' bistrattato dalla regia di Lester.
Godibile come Athos: il guascone e simpatico moschettiere.
Divertente nei panni del più raffinato dei moschettieri: Aramis
Qui forse nella sua migliore interpretazione di sempre: rivela un'insospettata vis comica nei panni della bella quanto ingenua Costanza. I costumi da popolana mostrano le curve mozzafiato della bomba di Kansas City che riesce ad essere deliziosamente sciocchina come vuole il taglio imposto al suo personaggio dalla sceneggiatura.
Nel ruolo dell'affascinante e perfida Milady de Winter la Dunaway è semplicemente deliziosa. Si potrbbe dire che Faye inauguri qui la serie di personaggi di donna malvagia e senza scrupoli che la accompagneranno per buona parte della carriera ma non sarà mai più così diabolicamente sexy come negli sfarzosi abiti e nelle acconciature dell'epoca. Il suo personaggio è crudeltà allo stato puro ma pur bellissima la sua Milady "subisce" il taglio di smitizzazione impresso all'intera storia dal regista e quindi perde il confronto con l'impareggiabile Milady di Lana Turner nell'illustre predecessore di George Sidney del 1948. Il clima quasi parodistico e scanzonato voluto da Lester è sicuramente uno dei punti di forza del film, ma certo non giova al personaggio della Dunaway. In questo senso, il copione di G.Sydney era molto più "rispettoso" verso la Milady della Turner di quanto non lo sia quello di Lester verso la Dunaway definita "un meraviglioso puttanone d'alto borgo". In un dialogo tra due portantini, parlando di lei uno dice-Caspita ma quanto pesa? Dev'essere ingrassata- e l'altro risponde-E che ti aspettavi da una troia-.
Bravo in uno dei suoi ruoli più riusciti: il burbero e valoroso Porthos
Ottimo nella parte del giovane D'Artagnan
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