Regia di Denys Arcand vedi scheda film
Insieme al “declino dell’impero americano” e “Le invasioni barbariche”, “La natura ambigua dell’amore” chiude quella che io considero una trilogia di Arcand sui sentimenti umani e la sessualità nell’arco di alcuni decenni. Dico “chiude”, anche se cronologicamente questo sarebbe il secondo capitolo, perché protagonisti del film sono giovani molto più moderni dei teneri e ingenui personaggi del “Declino”, invecchiati di trent’anni nelle “Invasioni”. Il rapporto tra un gay e la sua convivente amica intima, sorella e complice non può non colpire per la sua intensità e il suo realismo. Arcand inserisce nel film la vicenda, in realtà non necessaria e trattata in maniera un po’ superficiale, di un serial killer collezionista di orecchini. Il contesto gli consente di introdurci in atmosfere cupe, notturne, che mettono talvolta a disagio. Un film molto libero e spregiudicato, che consiglio a chiunque abbia visto e apprezzato “Il declino” e “Le invasioni”.
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