Regia di Denys Arcand vedi scheda film
Il Canada è nel cono d' ombra degli Stati Uniti, sta più a nord, lì fa più freddo. Le foreste ( di grattacieli e condomini inospitali, gelidi ) nascondono "elfi" cattivi, assassini(i) sgranati come in un rosario, teorie di insoddisfazioni e frustrazioni.
Un' agghiacciata nazione costretta a vivere sotto il livello stradale ( in inverno ), può finire con l' essere il lato oscuro di quella vincente che le sta un po' sotto.
Cronenberg aveva aperto la strada, Arcand ci s' infila, anche senza protesi organiche.
L' orrore, il sarcasmo al vetriolo, la deriva di sentimenti e identità ( sexuelle ) ti crescono sotto l' ascella - come in RABID... - e dentro il cervello - come un tarlo che non si toglie - e non resta che lasciarsi andare: agli esperimenti e agli incroci di letto, all' ebbrezza di esperire la carne o lasciandosi cadere da un edificio di dieci, venti piani tutti uguali.
Un film incompreso, una scrittura perfetta del miglior Mamet di sempre ( al cinema, s' intende ), per dialoghi che sono sciabolate d' intelligenza e sintesi narrativa.
E, oltre a ciò, personaggi in cerca di salvezza, capaci di farsi amare anche se a un passo dal nulla.
Negli interstizi spazio-temporali di un' esistenza metropolitana votata all' inerzia delle relazioni umane, qualcuno muore. Sono donne bellissime, ma nessuno ci fa caso. Sono troppo presi dai propri cazzi ( in tutti i sensi ): etero amate da lesbiche, gay inviperiti, post-yuppies senza sangue. Universi paralleli s' incontrano all' infinito ? Non s' incontrano.
Veste il film con defilata sapienza.
Neanche un attimo, un inch, un qualcosa o un qualcuno.
Caso strano di "attrice-ruolo": ovvero, scelta spesso per parti "difficilissime e particolarissime". Trasloca da EXOTICA a HUMAN REMAINS, ma resta un corpo-fuori-perfetto che si vende, applicato a un' anima-dentro-incompleta che si ritrae. Si sovraespone e rischia di bruciarsi, per troppa generosità, nei siparietti demenziali organizzati dall' omo-amico Gibson ( manager-maso-cowboy, adolescenti da iniziare al sesso indefinito, etc ). L' attrice-Mia sta bene nella parte: il corpo fa il lavoro sporco, il viso infantile cerca comprensione ( e amore ? ). Icona di quegli anni, diciamo dopo il '94: dov' è finita?
Canadian psycho, e non solo per la parte. Ottuso il giusto, malato quel che basta.
Da difendere e preservare, come i panda. E' tangente rispetto all' orrore che la circonda, ma si salverà. Come attrice: molto coinvolta e partecipe, trepidante e fuori dal tempo.
I direttori di casting, a Hollywood, si calano dei paraocchi grandi come saracinesche. TG è un attore superbo, appeso al cappio della serie WILL & GRACE ( è Will, ma potrebbe essere Grace ), destinato a transitare per set "epocali" ( EYES WIDE SHUT ) solo grazie all' intuito di pochi genii. Possibile che il vezzo post-tarantiniano delle dislocazioni ( o ri-locazioni ) di attori da salotto o da piccolo schermo o da famiglia non gli garantisca una carriera migliore ?
Arcand affila la lama dopo aver visto Mamet fare lo stesso. Col rischio di sbandare visivamente, si sceglie invece tutta una serie di binari sicuri e giusti. Attori trattenuti sul piano di una recitazione da camera "emotiva", prevalenza dello "scuro" e del "contrasto" ( nel raccontare, nel filmare ), toni da tragica commedia urbana, muoversi della m.d.p. trattenendo il respiro.
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