Regia di John Woo vedi scheda film
Un marinaio americano di New Orleans, campione di arti marziali (..?..) si trova indotto ad accettare di lavorare per una giovane e bella avvocatessa, il cui padre militare in pensione, risulta da tempo scomparso o senza fissa dimora.
I due scopriranno (ma noi spettatori lo sappiamo sin dall'incipit) che l'uomo è stato eliminato da una band di cacciatori sadici, che agiscono solo per sfogare i propri istinti irrinunciabili.
Da uno script a dire il vero indecente per l'accumulo di luoghi comuni e personaggi a bassa e scontata sfumatura caratteriale (sia buoni: lo scultoreo e truzzo più che mai con quei capelli da coatto Jean-Claude Van Damme e la bella tutta occhioni Yancy Butler, regina del B-movie, sia ancor più i cattivi: Lance Henriksen e Arnold Vooslo, che si sprecano in espressioni così estreme da risultare quasi sempre involontariamente comicamente esilaranti), un gran cineasta come John Woo riesce a trarne un piccolo gioiello di direzione, dinamicissimo, certo completamente fine a se stesso come un lungo videoclip, ma godibile e una vera manna per gli occhi, anche scontando tutta la tamarraggine del caso, straripante.
Ralenti sospesi sino all'impossibile, azione giostrata come una danza, voli di colombe come è consuetudine per un regista che usa tale particolare fissa visiva come proprio marchio di fabbrica, riescono a farci soprassedere dalla sciatteria della vicenda, un mero pretesto con cui Woo si prepara a sbarcare da Hong Kong al continente americano, ove maturerà fino a regalarci quel Face/Off imprescindibile tassello di una carriera eccezionale, costellata di titoli di culto, soprattutto nella prima fase "asiatica".
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