Regia di Tom Gries vedi scheda film
Ambientato nel Messico dell'eterna rivoluzione, il film porta in scena una vicenda piuttosto semplice - un bandito "idealista" deve consegnare cento fucili al capo di una banda di indiani Yaqui; sarà aiutato da un poliziotto americano, all'inizio interessato a braccarlo e da una donna; osteggiato dal solito generale-signorotto e i suoi gregari - in una maniera scoppiettante, con molta azione e qualche colpo di scena, senza essere pesante ma non rinunciando a momenti di stasi e di phatos. La caratterizzazione dei personaggi non è approfondita, ma tuttavia curata: ognuno esprime, tramite il proprio carattere, i propri natura ed interessi. Il vero protagonista è il poliziotto americano, che, coinvolto suo malgrado nel conflitto in corso, e legandosi sentimentalmente alla donna capopopolo, ne abbraccerà gli ideali; non meno delineato è il ruolo del coprotagonista bandito, uomo d'azione fracassone (come da perfetto stereotipo del personaggio) ma animato da nobili intenzioni. Anche il cattivo è ben delineato: un generale che è anche signore del territorio, pomposo ma non scaltro, in costante conflitto con il suo "consigliere militare" tedesco, anima nera che riesce (inaspettatamente !) a salvare la pelle nel classico scontro finale; ultimo personaggio di rilievo è un inviato della società americana che gestisce la ferrovia che attraversa le terre dilaniate dalla guerra civile, privo di qualsiasi ideale che non sia l'interesse economico e pronto a tradire, blandire e cambiare bandiera in base al vantaggio che ne può ricavare. Belle le ambientazioni; ben curate le scenografie e la ricostruzione storica; il dipanarsi degli eventi sembra più quello di un film di guerra che di un western: fughe, inseguimenti, rappresaglie, scontri tra eserciti. Il risultato è un titolo particolare, certamente non indimenticabile, ma ben riuscito. Nulla di speciale la colonna sonora.
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