Regia di Tom Gries vedi scheda film
Western americano assai poco convenzionale, ibridato dal tortilla western italiano e con personaggi atipici per gli anni sessanta. Protagonista è un colored, Jim Brown, con un ruolo che ricorda molto quello di Rod Cameron nell'italianissimo Le Pistole non Discutono (1964) di Mario Caiano. L'uomo, un poliziotto americano, passa dagli Stati Uniti in Messico perché deve catturare e riportare in America un rapinatore interpretato da Burt Reynolds (bravo). L'arrivo in Messico, però, porta il protagonista, dopo una serie di inseguimenti, catture e fughe, a ritrovarsi alleato dell'uomo che andava braccando. Quest'ultimo, infatti, porta il suo carceriere contro l'esercito messicano facendolo addirittura promuovere, senza che lo stesso lo voglia, a generale dei ribelli locali. Insomma, Tom Gries sposa i copioni "rivoluzionari" di Sollima e di Sergio Corbucci, rappresentati dai vari Corri Uomo Corri (1968) o Il Mercenario (1968). Gries, tuttavia, sostituisce i peones con gli indiani. A ribellarsi all'esercito messicano, infatti, sono i pellerossa (messi in scena con un trucco becero, visto che sembran tutto tranne che indiani). Su tale bizzarria si aggiunge la presenza di una co-protagonista assai sexy: la bomba Raquel Welch che si esibisce in una sorta di antiquato e casto (ma non per l'epoca) car-wash (sarebbe il caso ribattezzarlo train-wash), oltre che amoreggiare col colored in una scena decisamente ardita per i gusti (tutt'altro che multiculturali) dell'epoca. Buono il ritmo e le sequenze di azione (specie il furto del treno ripreso da Un Esercito di 5 Uomini), molto più vicine al western italico che a quello americano.
Quello che manca è la tamarraggine tipicamente italiana e adeguati sviluppi narrativi, sebbene Gries guardi proprio al nostro cinema. Da rilevare il cammeo iniziale di Soledad Miranda, ormai prossima a passare nelle mani degli horror erotici di Jess Franco, inquadrata prona col sedere completamente in evidenza e scoperto.
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